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9/15/2011
Tagliare le tasse: un'autentica ossessione, per Silvio Berlusconi. Si è sfibrato, a forza di promesse, ma non c'è mai riuscito. E pensare che l'aveva quasi scoperto, il segreto per garantirsi, tasse o non tasse, il consenso popolare a vita. È successo a marzo del 2008, poco prima delle elezioni politiche, quando ventilò, lui che ha in mano il gruppo televisivo concorrente, l'ipotesi di abolire il canone della Rai. Cioè l'imposta più odiata dagli italiani.
Lo dice adesso un sondaggio appena sfornato dall'Ifel, il centro studio dell'Anci, l'associazione dei Comuni, in collaborazione con la Swg. Il 45,5% delle 8 mila persone che hanno risposto alle domande degli intervistatori considera il canone pagato alla tivù pubblica l'imposta assolutamente meno digeribile. Tre volte più insopportabile perfino del bollo auto, saldamente al secondo posto, con il 14,2%, fra le imposte meno popolari: e anche qui il Cavaliere l'aveva azzeccata, quando aveva promesso durante l'ultima campagna elettorale di abolire la tassa patrimoniale sui veicoli. Peccato soltanto che anche quella promessa non sia mai stata realizzata.
Dove invece, stando sempre al sondaggio Ifel-Swg, Berlusconi avrebbe toppato, è sull'abolizione dell'Ici. Soltanto il 6,4% ritiene l'imposta comunale sugli immobili la tassa peggiore del nostro sistema fiscale: una quota ancora inferiore rispetto a chi assegna la maglia nera all'Iva (9,1%) e all'Irpef (7,5%).
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