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Rischi climatici, la BCE bacchetta le banche europee

3/15/2022 | Redazione Advisor

Nessuno dei 109 istituti di credito supervisionati direttamente dall’Eurotower soddisfa pienamente i criteri di trasparenza e divulgazione delle informazioni su questo tema


Su trasparenza e divulgazione delle informazioni sui rischi climatici e ambientali ancora non ci siamo. Le banche europee finiscono così sotto la lente della Banca centrale europea. Come si legge su Il Sole 24 Ore, nessuno dei 109 istituti di credito supervisionati direttamente dalla Bce soddisfa pienamente questa aspettativa della vigilanza tra le 13 segnalate nella guida sui rischi climatici e ambientali del novembre 2020.

È quanto ha reso noto ieri l'SSM/Bce, pubblicando un aggiornamento della valutazione sui progressi del sistema bancario sulla trasparenza relativa a questa nuova tipologia di rischi. Rispetto alla prima valutazione, effettuata a fine 2020, la Bce ha rilevato un miglioramento, ma non basta, il giudizio è ancoranel complesso 'insufficiente'.

 “La regolamentazione sull'informativa relativa a clima e ambiente diventerà sempre più severa nei prossimi anni - ha ammonito la Bce - i mercati e gli stakeholders richiederanno sempre più informazioni e le banche devono adeguarsi senza indugio”.

Frank Elderson, membro del comitato esecutivo Bce e vicepresidente della vigilanza SSM, nel suo intervento al gesimo webinar organizzato dallo European Bank Institute ha detto che “è in arrivo una regolamentazione più rigorosa sulla divulgazione e il tempo a disposizione delle banche per prepararsi sta scadendo”. Nel primo semestre di quest'anno decolla infatti lo stress test sul rischio climatico, il primo: per ora qualitativo e non quantitativo (senza impatto sui requisiti di capitale) con esito a luglio. È già in corso da parte della Bce la revisione tematica su come le banche incorporano i rischi climatici e ambientali nei loro processi: un rapporto è atteso questo autunno. A fine anno, l'SSM rivaluterà per la terza volta le banche su trasparenza e informativa nell'ambito dei rischi climatici, in base alle aspettative. Poi sarà la volta dei requisiti di Pillar 3 dell'Eba e di Pillar 2 della Bce. L'informativa sta migliorando e la trasparenza sta aumentando, ma i progressi del mondo bancario sono lenti.

La Bce, si legge sempre sul quotidiano di Confindustria, ha rilevato, nella valutazione resa nota ieri basata su informazioni al novembre 2021, che i170% degli istituti vigilati spiega il modo in cul il Board controlla la gestione di questi rischi, rispetto al 50% del novembre 2020. Ma il 75% delle banche ancora non rivela adeguatamente l'impatto materiale dei rischi climatici e ambientali sull'intero profilo di rischio. Quasi il 60% delle banche analizzate inoltre non descrive come il rischio di transizione e il rischio fisico potrebbero avere impatto sulla loro strategia.

In quanto all'informativa più puntuale, basata su numeri e stime, solo il 5o% delle banche rende nota la performance rispetto a specifici indicatori di rischio: per esempio, solo il 15% stima gli impieghi anche in base alle emissioni di gas serra delle controparti dei prestiti (Scope 3), tenendo conto di tutta la catena di valore delle attività finanziate. “È tempo che le banche siano trasparenti e complete con le loro informative su clima e ambiente, per passare da una verità scomoda a un risultato desiderabile per tutti”, ha detto Elderson, come riportato da Radiocor.

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