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9/13/2011
L'Italia avrebbe chiesto aiuto alla Cina per l'acquisto di titoli governativi. Lo riporta il Financial Times secondo cui la scorsa settimana il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha incontrato in Italia Lou Jiwei, presidente del China Investment Corp (Cic), secondo fondo sovrano cinese e quinto al mondo per capitale potenziale d'investimento. Ai colloqui - hanno confermato alcune fonti al Sole 24 Ore - hanno partecipato anche i vertici di Cassa Depositi e Prestiti, che gestisce il 90% del neonato Fondo strategico italiano. Sul tappeto ipotesi di partecipazioni in investimenti.
La notizia, appena in rete (dopo aver fatto il giro di Twitter e di influenti blog finanziari), ha impattato sull'andamento del Dow Jones che intorno alle 20.30 ha azzerato le perdite di giornata, per poi chiudere in rialzo dell'0,63%.
Il quotidiano britannico ricorda che funzionari italiani del Tesoro, guidati da Vincenzo Grilli, avrebbero incontrato due settimane fa a Pechino responsabili del dondo Cic (fondato nel 2007, gestisce masse per 410 miliardi di dollari) e del China's State Administration of Foreign Exchange (Safe), che gestisce masse per 3.200 miliardi di dollari.
Tremonti ha spesso in passato evidenziato i rischi di una «colonizzazione inversa» operata dalla Cina ma - secondo il Ft - starebbe comunque cercando l'appoggio cinese dopo che la Bce ha chiaramente detto che il programma di acquisto di bond governativi sul mercato secondario (inaugurato lo scorso 11 agosto) non può procedere all'infinito.
La notizia dei colloqui italo-cinesi arriva a poche ore dall'asta di BTp (tra i 5 e i 7 miliardi) in programma domani martedì 13 settembre. Intanto sul mercato secondario i BTp hanno visto decollare lo spread con il rispettivo Bund a 10 anni oltre 380 punti base.
Oggi il governo italiano ha collocato titoli di Stato a 3 e 12 mesi per un controvalore di 11,5 miliardi di euro pagando tassi tra l'1,9% e il 4,1%, nettamente più alti rispetto a quanto pagato nelle emissioni precedenti.
Gli analisti restano cauti, tuttavia, nel commentare l'entità di un'eventuale intesa italo-cinese sottolinendo che l'esito dei colloqui resta incerto e che probabilmente i fondi cinesi potrebbero intervenire con acquisti limitati.
Negli incontri italo-cinesi si sarebbe parlato di portare la partecipazione della Cina al debito pubblico italiano (1.900 miliardi di euro) dall'attuale 4% al 10%.
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