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Merkel, pregate per la crisi

9/13/2011

Appello di Angela Merkel al meeting di Sant'Egidio su "Religioni e culture in dialogo". Il primo ministro si è rivolto ai religiosi presenti di tutte le fedi


MONACO DI BAVIERA – "Pregate. E aiutateci con la vostra preghiera a vincere la sfida dei debiti oggi in Europa". Il tono della cancelliera è convinto, l’invito coinvolgente per l’assemblea. Angela Merkel solo non congiunge le mani, forse sarebbe troppo. Ma l’intensità del suo appello ha un sapore quasi spirituale. "Voi siete uomini di fede – spiega - E il mondo ne ha bisogno. Pregate per il debito, questo ci aiuterà". La leader della Repubblica federale tedesca lo dice rivolta a una platea composta non solo da esponenti politici internazionali, ma soprattutto da cardinali, vescovi e prelati. Da uomini di altre fedi religiose, pure: musulmani ed ebrei. Tutti riuniti a Monaco di Baviera per il Meeting di Sant’Egidio su “Religioni e Culture in dialogo”. Un convegno di due giorni che vede, tra i politici italiani, la partecipazione dei ministri Frattini e Tremonti.
   "La casa europea però è solida – spiega Merkel – e io stessa sono la dimostrazione della fine di un continente diviso in due blocchi, visto che provenivo dall’Est e oggi sono cancelliere della Repubblica federale di Germania. Ma adesso bisogna rendere questa casa europea più forte nella competitività del mondo. Una grande sfida che si può vincere: l’Europa è ricca, ma non dobbiamo consumare la ricchezza, anzi salvaguadarla per le generazioni future". E citando un motto di Sant’Egidio,
secondo cui "la guerra è la madre di ogni povertà", la leader tedesca sottolinea, tra gli applausi, che "la pace è la madre di ogni sviluppo". Siamo felici, dice infine, "di ricevere tra pochi giorni Papa Benedetto XVI in Germania".
   "La causa europea è cosa troppo seria per lasciarla a pochi", afferma nel suo intervento Andrea Riccardi, fondatore di questa Comunità nata a Trastevere, e che dal cuore di Roma continua ad allargare i suoi orizzonti nel mondo con profitto. "Il mondo ha bisogno di un’Europa forte e unita – dice Riccardi - conosciamo i limiti nostri, delle nostre classi intellettuali e dirigenti, ma l’Europa deve riprendere a fare la storia. Non potrà lasciare vuoto il suo posto. Non potrà ridurre la sua cattedra a una manciata di sgabellini per i suoi piccoli Paesi. L’Europa unita è decisiva per la civiltà del vivere insieme su scala mondiale". Quali gli attori di quest’opera? "Tanti in un mondo complesso – indica Riccardi, storico cattolico premiato ancora di recente per la sua biografia su Giovanni Paolo II – mi permetto di suggerirne due, per me decisivi: le religioni e l’Europa".
   E mentre il ministro Franco Frattini, a proposito della crisi economica, spiega che "la Merkel non ha voltato le spalle all’Europa", e poi entra nel merito del convegno affermando che "si temeva una diffusa islamofobia, ma in varie zone del mondo sta dilagando una crescente cristianofobia". Il cardinale Reinhard Marx, invece, arcivescovo di Monaco e Frisinga e dunque l’ospite di casa, sottolinea che "il soggetto del convivere è oggi l’umanità tutta intera: incontri come quello che ebbero luogo ad Assisi (nel 1986, ndr.) e quello che si tiene oggi a Monaco rappresentano occasioni in cui le religioni possono interrogare sé stesse e chiedersi come diventare forza del convivere".
   "Nel mondo odierno – conclude un altro big vaticano in sala , il presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, lo svizzero Kurt Koch, che interviene davanti al patriarca di Romania Daniel, al metropolita Filaret del Patriarcato di Mosca, al presidente della Federazione luterana mondiale Younan, e a Mary Tanner, co-presidente del Consiglio Ecumenico delle Chiese - la fede cristiana è la religione più perseguitata. L’80 per cento di coloro che sono perseguitati a causa della propria fede sono cristiani. Questo bilancio sconcertante rappresenta una grande sfida per l’ecumenismo cristiano, chiamato a manifestare una reale solidarietà. Poichè oggi tutte le Chiese e le Comunità ecclesiali cristiane hanno i loro martiri, dobbiamo parlare di un vero e proprio ecumenismo dei martiri".

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