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Crisi, il dibattito internazionale

9/12/2011

Orgoglio, il nostro, e pregiudizio, quello degli altri nei nostri confronti.


 

A giudicare dalle reazioni a caldo e bipartisan all'editoriale pubblicato domenica dal direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli - «Ce la facciamo (anche da soli)» - lo scatto, pur trovandoci su una ripida salita, ci può essere: non solo esponenti della maggioranza e dell'opposizione ma molti lettori sembravano non attendere altro, anche se non sono mancate le voci discordanti, non ultima quella dello storico inglese Denis Mack Smith, e i silenzi a partire dal governo stesso.
 
«Mi pare - ha commentato il presidente della commissione Esteri del Senato, Lamberto Dini, ex premier «tecnico» in un momento delicato per il Paese - che de Bortoli abbia ragione perché tutto questo aiuto che ci può dare l'Europa o la Bce, in realtà è molto limitato. Spetta a noi ritrovare la fiducia dei mercati in quello che l'Italia è: il nostro Paese è molto meglio di quello che si vuole dipingere. Ma i mercati detengono circa il 50% del nostro debito, devono essere convinti che non subiranno perdite e che siamo realmente capaci di far fronte al nostro debito con tutte le misure necessarie. Come abbiamo sempre fatto». Insomma, la partita contro il pregiudizio è quella più difficile e il colpo di reni non basterà da solo a convincere i mercati che questa mattina apriranno con la lente puntata su di noi.
 
Domenica a dare voce agli scettici c'era Mack Smith, autore di una Storia d'Italia di successo che ripercorre il cammino dal Risorgimento ad oggi: «Si può tentare ma non si può mai fare da soli. Si abita in un mondo, non siamo soli. E anche l'Italia ha bisogno della Bce e dell'Europa» ha affermato lo storico. Possiamo essere certi che non sarà solo.
La manovra, criticabile, è d'altra parte solo un passo e ora dovrebbero seguire tutti gli altri senza esitazioni. «L'Italia è un Paese solidissimo, non c'è mai stata un'asta dei titoli di Stato che sia andata deserta» ha ricordato l'ex ministro, ora deputato pdl, Antonio Martino. «Nessuno dice che la finanza pubblica sia in ordine, ma non siamo certo la Grecia, il Portogallo o la Spagna» ha concluso.
 
«È giusto che l'Italia abbia il coraggio di fare uno scatto d'orgoglio perché gli imprenditori lo fanno tutti i giorni sui mercati internazionali» è stata la posizione presa da Massimo Calearo, imprenditore e deputato di Popolo e Territorio. «Abbiamo dei marchi eccezionali e dobbiamo ricordarci che il made in Italy e il commercio estero sono veramente le nostre fonti alternative di sussistenza. Gli italiani quando vogliono non sono secondi a nessuno». Per l'ex ministro Maurizio Gasparri, «governo e maggioranza possono e devono proseguire la propria azione anche in questa direzione. L'Italia è una grande nazione. Le sue famiglie, le sue imprese, le sue istituzioni possono realizzare un'impresa storica». La sfida ora sarà passare dall'orgoglio all'azione. Contro i pregiudizi ma anche contro tutti gli errori effettivamente compiuti.

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