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9/1/2011
La Germania, come prima forza esportatrice e prima economia europea, ha approfittato dell'euro in passato". Potra' sembrare strano, ma a pronunciare queste parole e' stata il cancelliere Angela Merkel nel maggio 2010, agli inizi della crisi greca. "Percio' difenderemo la valuta con tutte le nostre forze", aveva aggiunto.
Sebbene nel tempo il sostegno si sia rivelato alquanto incerto (le discussioni su eurobond ed Efsf lo confermano), scrive MF, queste ammissioni hanno evidenziato per una volta i benefici per la Germania della moneta unica. Con l'ingresso nell'euro, Berlino ha infatti accettato una piu' elevata instabilita', ma ha ottenuto in cambio un export molto piu' vivace. Il motivo e' semplice: i beni tedeschi sono scambiati in una valuta piu' debole di quanto dicono i fondamentali dell'economia. Se tornasse il marco, la moneta nazionale subito si apprezzerebbe: l'export all'interno dell'Eurozona (e non solo) precipiterebbe, con conseguenze a catena per la crescita e per l'occupazione. Il pil tedesco e' trainato dalle esportazioni, che nel periodo gennaio-maggio sono cresciute del 18%; nel secondo trimestre dell'anno la crescita complessiva si e' invece fermata allo 0,1%. La debolezza della domanda interna e' legata alle politiche fiscali restrittive: la scelta ricade sugli altri Paesi europei ed e' percio' criticata dai governi Ue, che spingono per maggiori consumi dalla Germania
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