Tempo di lettura: 2min

Crisi dell'Euro, Hu ammonisce Sarkozy

8/26/2011

La Cina è preoccupata per l’impatto della crisi del debito e spera che l’economia della Ue possa mantenersi stabile


Niente tricolori della République oggi sulla Tienanmen, perché era una visita di lavoro e non un viaggio di Stato. Niente inni. Ma due ore e mezzo di conversazioni, in cui il presidente Hu Jintao ha esplicitato con toni decisi la preoccupazione della Repubblica Popolare per i tormenti dell’Eurozona, mentre il suo omologo Nicolas Sarkozy ha provato a convincerlo della capacità di reazione dell’Europa alla crisi.

 

SCALO Alla fine forse di uno degli scali aerei più intensi della vita politica di Sarkozy – 5 ore a Pechino, sulla via della Nuova Caledonia – quelli che risuonano sono però gli ammonimenti di Hu: “La Cina è preoccupata per l’impatto della crisi del debito e spera che l’economia della Ue possa mantenersi stabile, così come spera che i Paesi interessati possano avere successo nelle loro riforme finanziarie. La Cina ha fiducia nell’economia europea e nell’euro, e siamo sicuri che l’Europa abbia la saggezza e l’abilità di superare le difficoltà del momento e mantenere stabilità e crescita. La Cina continuerà a considerare l’Europa uno dei supi mercati d’investimento d’elezione. E confidiamo che l’Europa prenderà misure tali da garantire la sicurezza degli investimenti cinesi”.

 

RISERVE Sono le parole del leader di un Paese che ha investito circa un quarto delle sue riserve in valuta (stimate in 3.200 miliardi di dollari) in euro, metà dei quali, si calcola, in titoli di un sestetto di Paesi in effettiva difficoltà (Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna) o con qualche ombra (Francia).

 

IL CONFRONTO CON L'AMERICA Sarkozy, nei suoi quasi 20 minuti di dichiarazioni, ha provato a rassicurare Hu (no, il presidente cinese “non è preoccupato dalla situazione dell’Eurozona…”, giura) e lo ha ringraziato per la non opposizione sull’intervento in Libia (“avessero voluto bloccare il processo, avrebbero potuto farlo”). L’incontro di lavoro prosegue: il ministro delle Finanze, François Baroin, si ferma a Pechino anche domani, venerdì, mentre Sarkozy vola in Nuova Caledonia per i Giochi del Pacifico e pensa al G20 di Cannes, in novembre. Tuttavia altri erano stati i toni rivolti dalla leadership cinese di oggi (Hu Jintao, il premier Wen Jiabao) e di domani (il vicepresidente Xi Jinping) al vice di Barack Obama, Joe Biden, la scorsa settimana in Cina: i vertici di Pechino avevano lodato la tenuta, la forza, la resistenza dell’America, avevano mostrato di non tenere troppo in conto il downgrading di Standard & Poor’s assegnato al Tesoro Usa e avevano apprezzato l'invito ad andare a investire negli Usa. Oggi, invece, Hu Jintao è parso più severo 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?