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Merkel, schiarita sugli Eurobond

8/23/2011

Alla vigilia di un’altra settimana che si annuncia difficile, in Germania è esploso il dibattito sugli eurobond


Alla vigilia di un’altra settimana che si annuncia difficile, in Germania è esploso il dibattito sugli eurobond. Una pioggia di interviste apparse ieri sulla stampa tedesca ha messo in evidenza una polarizzazione dei fronti sul tema dei titoli garantiti da Eurolandia, con una spaccatura netta tra maggioranza e opposizione. Soprattutto, è emersa una posizione non granitica di Angela Merkel sul tema dell’«unione dei debiti», come l’ha definita con accento critico, ma solo per accontentare gli alleati di governo della Fdp, da giorni con le valigie in mano. Domani è previsto un nuovo bilaterale franco-tedesco, ma stavolta si incontreranno a Parigi i due ministri delle Finanze, Schaeuble e Baroin, per «dare applicazione alle decisioni ambiziose» prese martedì scorso da Sarkozy e Merkel.

Anche la Francia sembra insistere sul no agli eurobond: il premier francese Fillon ha ricordato sabato in un’intervista a Le Figaro che annacquare il merito di credito dei paesi più virtuosi con quelli dalle finanze alla deriva è un rischio soprattutto per i primi. La Francia. ha sottolineato, rischierebbe la “tripla A”. Indi, «senza un rafforzamento considerevole della disciplina di bilancio e della governance economica», i titoli comuni restano fuori discussione, per Parigi. Da Berlino invece, pur ribadendo la sua contrarietà - «la soluzione dell’attuale crisi attraverso gli eurobond è da escludere», ha detto ai microfoni dell’emittente Zdf - Angela Merkel ha lasciato ieri aperto uno spiraglio alla possibilità che in futuro non siano più un tabù. La cancelliera ha aggiunto infatti di non sapere «se saremo costretti a ulteriori sviluppi in futuro», su quel fronte.

La verità è che a fronte della minaccia esplicita del ministro Fdp dell’Economia Roesler di una crisi di governo nel caso di un assenso agli eurobond, la leader cristianodemocratica è dovuta correre ai ripari. Del resto, anche dal suo stesso partito continuano a levarsi voci contrarissime. Qualcuno, come il capo della commissione Interni del Bundestag Wolfgang Bosbach, è arrivato a minacciare apertamente di non votare l’estensione delle funzioni del fondo salva-Stati Efsf, deciso dal consiglio europeo del 21 luglio scorso e che dovrà essere ratificato dai Parlamenti dei singoli paesi di Eurolandia. Ieri anche il ministro delle Finanze Schaeuble è tornato sull’argomento, spiegando che prima di una convergenza sulle finanze pubbliche e di una disponibilità dei singoli Paesi a cedere pezzi di sovranità all’Europa, non se ne parla. Calcoli del suo ministero, trapelati sullo Spiegel parlano di un aggravio degli interessi, per la Germania, di 2,5 miliardi nel primo anno (+0,8% rispetto ai rendimenti attuali) e fino a 20-25 miliardi dopo dieci anni.

E secondo indiscrezioni uscite sempre dal suo dicastero, gli eurobond contraddirebbero la clausola “no bailout” dei Trattati e richiederebbero un cambiamento degli stessi.E Schaeuble ha ricordato ieri che per cambiare i Trattati ci vuole troppo tempo. Ma la crisi, intanto, continua a mangiarsi pezzi d’Europa. E l’argomento più intelligente a favore degli eurobond lo ha fornito ieri l’ex rivale della Merkel alle ultime elezioni, il socialdemocratico Steinmeier. La Spd - nei sondaggi ormai a due soli punti dala Cdu - e i Gruenen sono schierati a favore. Steinmeier ha spiegato che «saremo costretti in ogni caso ad introdurli: solo così l’Europa può pensare di finanziarsi, in futuro». Ma è quello che, nel fumoso inciso di ieri, sembra segnalare persino la Merkel. 

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