Tempo di lettura: 2min
8/12/2011
Parlar di acquistare azioni, quando le Borse tracollano, suona quasi blasfemo. O incautamente ottimista. Eppure dopo crolli in media del 40% per le società di Piazza Affari, per i proprietari di un'azienda quotata la mossa più intelligente è quella di investire nella sua stessa società, se è sana e profittevole, a prezzi da saldo.
Guardando oltre il clima da apocalisse di questi giorni, il buy-back è la tentazione che si fa largo da qui ai prossimi mesi per molte società. Tre i motivi: ci si ricompra le proprie aziende con poco; si impiega in modo efficente la cassa in mancanza di alternative; si risollevano i valori di Borsa di quelle stesse società.
Saranno proprio le Pmi le candidate più papabili per i buy-back: solitamente poco liquide, con una capitalizzazione che non rispecchia il loro reale valore e sottovalutate. Uno degli effetti benefici immediati del riacquisto di titoli è quello di far salire le quotazioni. Se poi dovesse davvero materializzarsi lo spettro di una seconda recessione, dopo quella del 2009, le aziende fermeranno gli investimenti (sulla scia del calo dei consumi) e non avendo necessità di spendere per innovare possono destinare quelle risorse a piani di buy-back.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie