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Manovra, oggi il decreto

8/12/2011

Il decreto per l'anticipo del pareggio di bilancio potrebbe essere esaminato già oggi nel tardo pomeriggio dal Consiglio dei ministri


Il decreto per l'anticipo del pareggio di bilancio potrebbe essere esaminato già oggi nel tardo pomeriggio dal Consiglio dei ministri. Un'accelerazione, dicono fonti della maggioranza, imposta dalla turbolenza dei mercati, ma anche dalle pressioni del Quirinale, dove ieri sono stati ricevuti il premier, il ministro dell'Economia e i segretari dei due principali partiti d'opposizione. Sui contenuti del decreto, nel quale viene confermato un prelievo sui redditi più alti, c'è ancora, però, incertezza.

La trattativa avviata ieri notte è in corso e si protrarrà fino all'ultimo momento utile. L'intervento massiccio sulle pensioni è comunque sfumato, anche se si interverrà sull'età di uscita delle donne nel privato (ma dal 2015, per andare a regime nel 2027), e non si esclude un'accelerazione del meccanismo delle «quote» per frenare i pensionamenti anticipati. Il recupero delle risorse necessarie per ridurre il deficit verrebbe affidato principalmente alla delega per la riforma dell'assistenza (da cui sono attesi quasi 20 miliardi entro il 2013) e ad un doppio «contributo di solidarietà» a carico del ceto medio-alto, che sarebbe di natura permanente come chiesto da Francoforte e Bruxelles. Si interverrebbe su un doppio binario: con un'addizionale Irpef per i lavoratori autonomi e con un prelievo dalle buste paga per i dipendenti del settore privato. Sugli stipendi si interverrebbe a partire dai 90 mila euro in su, esattamente come stabilito dalla manovra 2010 per i dipendenti pubblici. Il taglio sarebbe del 5% per la parte eccedente i 90 mila euro, del 10% oltre i 150 mila. Per gli autonomi la maggiorazione scatterebbe a partire dall'aliquota del 41% che si applica ai redditi superiori a 55 mila euro.

Tra le misure allo studio ci sono anche nuovi tagli ai ministeri, per un importo di almeno 4 miliardi, le liberalizzazioni delle professioni e dei servizi pubblici locali, con la loro privatizzazione, l'accorpamento sulla domenica delle festività non religiose, interventi per rendere più flessibile il mercato del lavoro, la tassazione di tutte le rendite finanziarie al 20% e nuove misure contro l'evasione fiscale, con sanzioni pesanti per i professionisti che non emettono la fattura. Nel piano anche l'anticipo del federalismo al 2012, con la nuova imposta municipale unica, i costi standard per la sanità e la possibilità per i governatori di manovrare addizionali Irpef e Irap. Per i Comuni più piccoli, oggi obbligati ad associare alcune funzioni, scatterebbe invece l'obbligo di procedere a delle vere e proprie «unioni». 

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