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8/11/2011
Come nel romanzo dei dieci piccoli indiani di Agatha Christie, uno dopo l'altro i sistemi bancari occidentali stanno pagando i danni della bolla finanziaria gonfiata e ancora oggi alimentata dalla Fed americana. Ieri è stato il turno della Francia e delle sue banche, che in più all'eccesso di leva finanziaria hanno partecipato, a differenza delle banche italiane. La nuova bolla finanziaria, stavolta implosiva, è in piena azione. Finché non ci saranno politiche strutturali, da entrambi i lati dell'Oceano, che garantiscano crescita, disciplina fiscale e rigore regolamentare, le politiche monetarie espansive non sono che temporanei palliativi. Ieri una nuova giornata campale ha travolto i mercati. Come temuto ‐ almeno da alcuni - le politiche monetarie espansive annunciate in via straordinaria e temporanea dalla Bce e in via strutturale dalla Fed hanno avuto il breve sollievo che dà un bicchiere di vino a un alcolista cronico. Un sollievo effimero, al costo di un tasso alcolico ancor più alto. Perché oggi i mercati finanziari sono il risultato ultimo di una storia di almeno due decenni di ebbrezza finanziaria.
Per capire perché la politica monetaria della Fed ha il respiro sempre più corto «e quindi sperare che la Bce non imbocchi permanentemente la stessa strada » occorre ricordare quali sono le cause strutturali che ci hanno portato a questo punto.
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