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8/9/2011
Il succo delle numerosissime telefonate tra esponenti di governo e maggioranza e' che per le sorti dell'esecutivo ieri contava molto di piu' l'andamento dello spread di quello dell'indice di borsa.
Il Ftse Mib, scrive MF, ha chiuso perdendo un altro 2,43%, ma e' affondato soprattutto sull'onda dello scivolone di Wall Street in seguito al taglio del rating da parte di S&P, mentre il differenziale tra i titoli decennali del Tesoro italiani e quelli tedeschi e' rientrato intorno a quota 300, chiudendo a 302,6 punti base. Segno, dicono all'unisono a Palazzo Chigi e a via XX Settembre, che il giudizio dei mercati non e' dissimile da quello espresso dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, che ha promosso ieri le mosse effettuate nel week-end dalle istituzioni europee ma soprattutto dai governi di Italia e Spagna. Nonostante non ci siano convocazioni ufficiali, resta nell'aria la possibilita' che giovedi' si tenga un consiglio dei ministri per anticipare con decreto legge almeno una parte dell'agenda politica fortemente consigliata all'esecutivo da Jean Claude Trichet e dal suo prossimo successore alla guida della Bce, Mario Draghi, nella lettera inviata a palazzo Chigi alla fine della scorsa settimana.
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