Nel grande pasticcio montato in Europa sul debito greco, il cui rating continua a peggiorare nonostante le alchimie messe in opera nel vertice europeo, il rischio Italia continua a essere percepito dai mercati in modo grave.

Il clima delle imprese continua a essere pessimo per motivi piu' intrinseci legati alla caterva di vincoli di ogni genere che impedisce l'espansione, scrive Milano Finanza. Il primo ovviamente e' quello della flessibilita' del lavoro. Moltissime imprese sarebbero disposte ad assumere riducendo cosi' l'ampio mare del precariato che affligge i nostri giovani purche', nel contempo, il contratto a tempo indeterminato fosse risolvibile ad nutum, come avviene in larga parte nei Paesi europei che crescono e per non parlare di quello che accade negli Stati Uniti o in sistemi come il Brasile. Il secondo problema che affigge il sistema imprenditoriale riguarda l'insieme delle norme, quasi tutte penalmente sanzionate, che le assoggetta a rischi regolamentari di ogni genere e a costi altissimi. Basterebbe introdurre una norma generale secondo cui qualsiasi violazione di modeste entita' e' oblabile senza altre conseguenze. Infine per quanto riguarda il debito pubblico, in sostituzione della patrimoniale invisa ai piu', si potrebbe ipotizzare una specie di prestito forzoso proporzionale alla ricchezza posseduta che potrebbe attuarsi mediante il conferimento di tutti i beni patrimoniali dello Stato a un fondo gestito dalla Banca d'Italia e alimentato dal prelievo straordinario