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7/29/2011
"Di fronte a ciò che sta accadendo sui mercati, con tutti i rischi che questa tempesta finanziaria comporta per l'Italia, e ai problemi che ha di fronte l'economia del nostro Paese a causa della scarsa crescita e della perdita dei posti di lavoro, è davvero indispensabile che il presidente del Consiglio venga a riferire in Parlamento e accetti che finalmente si apra un dibattito sulla reale situazione dell'Italia e su come uscire dalle difficoltà". Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, all'indomani dell'appello comune di banche, imprese e sindacati 1, chiama in causa Silvio Berlusconi, chiedendo che si faccia carico delle responsabilità. Cosa che, a giudizio del segretario democratico, fino ad oggi non è accaduta.
"Il governo finora non ha mai risposto alle nostre ripetute richieste e alle proposte, non è stato in grado di dare una risposta vera ai problemi e anzi ha varato una manovra iniqua che rischia di aggravarli scaricando tasse e tagli dei servizi sui ceti medi e bassi. Dopo mesi di latitanza, abbiano almeno la decenza di riconoscere le priorità del Paese, che non sono il processo lungo ma la crisi dell'economia" dice Bersani. Nel silenzio di Berlusconi, si fa sentire Giulio Tremonti 2 che, però, nega la specificità della crisi italiana: "E' una questione europea".
Nel frattempo la mancata firma della Uil al documento delle parti sociali provoca l'affondo della Cgil contro il sindacto di Angeletti. "La Uil dovrebbe ora porsi delle domande - dice il segretario generale della Cgil Susanna Camusso - La Uil non firma perché definisce il documento troppo doroteo? Il problema è che non conosco qual è il suo altro progetto, visto che fino a oggi ha sempre sostenuto le scelte del governo".
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