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Fmi, Usa state attenti!

7/26/2011 | federico leardini

Il Fondo Monetario Internazionale ha lanciato un avvertimento a Washington: senza un accordo sul debito federale, gli Stati Uniti rischiano un «forte shock»


 

Il Fondo Monetario Internazionale ha lanciato un avvertimento a Washington: senza un accordo sul debito federale, gli Stati Uniti rischiano un «forte shock». «Il debito su una traiettoria sostenibile è cruciale per la stabilità dell'economia americana, con impatti positivi per gli altri paesi». La richiesta del Fondo è quella di ridurre gradualmente la spesa altrimenti l'America rischia «una perdita di credibilità di bilancio distruttiva». L'economia americana - secondo le nuove stime del Fondo Monetario Internazionale - crescerà del 2,7% nel 2012. Il debito si attesterà al 103% del Pil.
 
«Il depresso mercato immobiliare, l'elevata disoccupazione e la debole fiducia dei consumatori - si legge nel documento - rallentano le prospettive di crescita. Le politiche macroeconomiche hanno supportato finora l'economia, ma la dinamica insostenibile del debito causerà una stretta. Il debito su una traiettoria sostenibile è essenziale per la stabilità dell'economia americana, con un impatto positivo sugli altri Paesi».
 
L'appello a maggioranza e opposizione, che in queste ore stanno cercando di raggiungere un accordo sul debito, è quello di fare presto. «È urgente aumentare il tetto del debito e raggiungere un accordo su un ampio piano di risanamento dei conti di medio termine» evidenzia il Fmi.
 
Non mancano poi i rilievi alla Fed, che continua a mantenere i tassi di interesse bassi, a differenza della Bce. «Una politica monetaria accomodante è adatta per diverso tempo. È necessario tuttavia vigilare sugli sviluppi dell'inflazione, assumere risposte decise quando è il momento appropriato. Quando le condizioni garantiranno un'uscita dalle misure straordinarie contro la crisi, una graduale riduzione degli asset e una chiara comunicazione saranno un essenziale primo passo». Gli ispettori del Fmi mettono in evidenza che i tassi bassi negli Stati Uniti potrebbero aver incoraggiato eccessive prese di rischio, influenzando i flussi di capitale e alimentando pressioni inflazionistiche.

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