È saltato l'accordo tra Intesa SanPaolo e i sindacati che doveva essere raggiunto in seguito al nuovo piano d'impresa del gruppo bancario. È quanto emerge dalla lettera inviata dall'istituto a tutte le categorie di rappresentanza. «Intesa SanPaolo - si legge nella missiva - si vede costretta a prendere atto della situazione come venutasi oggi a determinare ed a notificare alle organizzazioni sindacali che la procedura deve considerarsi conclusa purtroppo, senza accordo tra le parti».

Subito dopo la presentazione del piano d'impresa triennale (fine maggio), Intesa SanPaolo ha avviato una procedura sindacale necessaria a governare le ricadute del piano stesso, con l'obiettivo di tagliare il costo del lavoro. Tirando le somme i lavoratori eccedenti, secondo la banca, sono circa 10.000 ma la procedura è stata aperta per 8.000 dipendenti. Più da vicino, di questi 3.000 sono uscite da realizzare nel corso del triennio mentre 5.000 sono riconversioni di amministrativi in attività commerciali. Tra giugno e luglio si sono così tenuti diversi confronti con i sindacati - complessivamente sette tavoli - che però hanno portato alla bocciatura della bozza di accordo quadro presentata dalla banca.

In particolare, spiega l'istituto, ieri, nel corso dell'ultimo incontro «non è stato possibile raggiungere alcuna positiva convergenza» e per questo la procedura è stata chiusa. Adesso, conclude ancora la banca, il gruppo dovrà avviare «le procedure necessarie per l'imprescindibile obiettivo di contenimento del costo del lavoro previsto dal piano d'impresa in atto, che il gruppo intende assolutamente e coerentemente perseguire»