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7/19/2011 | federico.leardini
Le grandi banche italiane e spagnole emergono dagli stress test della scorsa settimana come le più forti dell'eurozona, un "risultato a sorpresa" che secondo il Financial Times potrebbe contribuire ad alleviare la pressione finanziaria su gruppi come Intesa Sanpaolo in Italia e Bbva e Santander in Spagna.
L'esercizio condotto dall'Autorità bancaria europea (Eba) ha riscontrato un ammanco di capitale complessivo di appena 2,5 miliardi di euro presso otto banche, suscitando le critiche di chi ritiene che i test non siano stati abbastanza severi. Bocciata anche una nona banca, la tedesca Landesbank Helaba, che si è rifiutata di pubblicare i propri dati.
Ma – osserva il Ft – gli investitori che hanno studiato i risultati e i dati pubblicati dall'Eba ritengono che il certificato di buona salute dato a banche come Intesa Sanpaolo, Bbva e Santader potrebbe dare loro una "opportuna spinta": questi gruppi – spiega il quotidiano britannico - sono stati trascinati nel clima negativo esistente nei confronti dei loro Paesi e hanno avuto difficoltà a trovare finanziamenti a breve termine a tassi ragionevoli.
"I risultati fanno distinzione tra le banche che sono indubitabilmente forti per finanziamenti e capitali e quelle che non lo sono", dice al Ft Daniel Davies, analista di Credit Suisse.
La forza delle banche europee – e la loro capacità di assorbire potenziali perdite in caso di un default sovrano – è "un aspetto cruciale dei colloqui tra i capi delle banche e i leader politici europei su come debba essere ristrutturato il debito greco".
Tra le "blue chip" dell'eurozona, la spagnola Bbva ha avuto il risultato migliore con un tier 1 capital ratio di 9,2 per cento. Intesa è al secondo posto con 8,9 per cento, seguita dall'olandese Ing con 8,7 per cento, dalla francese Crédit Agricole con 8,5 per cento e da Santander con 8,4 per cento.
Sulla carta, sottolinea ancora il Ft, gli stress test europei rappresentano il più ambizioso esercizio del genere mai intrapreso. "Ma il mercato è sempre stato scettico" e quando questa primavera si è capito che l'Eba avrebbe commesso lo stesso errore dell'organizzazione che l'aveva preceduta e non avrebbe inserito nel test un potenziale default sovrano, molti hanno liquidato il test come una perdita di tempo. Il rafforzamento dei test in giugno non ha convinto gli scettici.
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