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7/18/2011 | federico leardini
Entrano in vigore oggi, dopo la pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale», le norme previste dalla manovra economica approvata a tempo di record dal Parlamento. Torna, dunque, il ticket sanitario da 10 euro sulle prestazioni specialistiche (già applicato in alcune Regioni), a cui si aggiunge quello da 25 euro sui ricorsi impropri al pronto soccorso, i cosiddetti «codici bianchi». Un avvio con polemiche, visto che alcune Regioni hanno deciso di non applicare il ticket.
Oltre alla normativa sui ticket sanitari scatteranno subito i rincari del bollo sul deposito titoli, il superbollo per le auto di lusso sopra i 225 kw, la stretta sulle stock option e l'aumento dell'Irap sulle concessionarie dello Stato. Il nuovo «bollo» scatta da subito. Non cambia nulla solo per chi ha un portafoglio titoli inferiore ai 50 mila euro: continuerà a pagare 34,20 euro l'anno. Sopra questa soglia, la somma cresce a 70 euro fino a 150.000 euro di titoli, a 240 euro per investimenti fino a 500 mila euro, a 680 euro sopra questo valore. Il bollo si paga sulle comunicazioni.
Il prelievo sulle pensioni d'oro partirà invece dal primo agosto mentre per le altre norme ci vorrà più tempo: il taglio lineare delle agevolazioni fiscali e assistenziali del 5% prima e del 20% poi, ad esempio, scatterà rispettivamente nel 2013 e nel 2014, se il governo non sceglierà prima quali voci alleggerire.
Ma è sul ticket la polemica più forte. Viene garantita l'autonomia di scelta, come ha precisato lo stesso ministro della Salute Ferruccio Fazio, che ha ribadito «la possibilità per le Regioni di non applicare il ticket sulla specialistica di 10 euro purché adottino altre misure di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie equivalenti». Il ticket entra in vigore subito in sette Regioni (Basilicata, Sicilia, Lazio, Veneto, Calabria, Liguria e Lombardia), mentre quattro hanno detto no (Sardegna, Emilia Romagna, Val D'Aosta e Toscana). Per il governatore dell'Emilia Romagna Vasco Errani si tratta di «un ticket sbagliato e ingiusto». Il presidente lombardo Roberto Formigoni spiega al «Tg3» che «la Lombardia non eliminerà il ticket da 10 euro sulla specialistica, ma cercherà di abbassarlo: si stanno valutando le compatibilità di bilancio». Intanto continuano le critiche delle opposizioni. Per Paolo Ferrero (Prc) «oggi è il giorno della vergogna». Sergio D'Antoni (Pd) chiede che fine ha fatto il piano per il Sud del governo. Antonio Di Pietro (Idv): «Hanno scelto di togliere ai cittadini e di salvare la Casta».
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