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10/25/2018
Le banche italiane sembravano essere uscite dalla trappola rappresentata dagli NPL. Negli ultimi trimestri però l'aumento dello spread ha creato una nuova situazione di allerta. E gli investitori tornano a chiedersi: nonostante il forte calo in Borsa (-30% l'indice settoriale FTSE Italia Banche da inizio anno), quanto è effettivamente critica la situazione delle banche italiane, considerando i Btp in portafoglio degli istituti in via di deprezzamento? Marzotto Investment House ha provato ad analizzare la situazione in un recente studio, chiedendosi chi sta comprando i Btp da maggio in poi, cioè da quando si è insediato un esecutivo che ha complicato (e non poco) le relazioni con Bruxelles e ha annunciato una manovra economica non rispettando gli impegni presi su deficit/Pil con la Ue.
Stando allo studio, che riprende i dati di Banca d'italia (sotto rappresentati in una slide del gruppo Intesa Sanpaolo), tra dicembre 2017 e luglio 2018 gli investitori istituzionali esteri hanno ridotto la componente di Btp mentre il sistema bancario italiano (MFI - barre nera e grigia) l'ha aumentata. Motivo? "Le banche hanno considerato come temporaneo l’aumento dei rendimenti e sono state invogliate dal favorevole e momentaneo aumento del differenziale di tasso tra i Btp e il costo della raccolta". Dietro poi non c'è un atteggiamento campanilistico: "Le banche italiane - si legge nello studio - hanno aumentato negli ultimi anni i Btp in portafoglio per beneficiare del differenziale di rendimento tra il tasso di finanziamento e il rendimento dei titoli". Gli analisti di Marzotto però invitano a guardare le scadenze dei titoli. Le banche italiane, infatti, sembrano essersi orientate soprattutto sui Btp a 2 e 3 anni.
Attualmente si registrano tassi dell'1,19% sul 2 anni e dell'1,82% sul 3 anni e Marzotto posiziona la "soglia del dolore" oltre i 3 anni. Quindi? "Tutto quello che le banche hanno comprato da maggio in poi con scadenze inferiori a 3 anni presenta un carry positivo importante" chiosano gli analisti. E anche se oggi i tassi di interesse nelle scadenze più brevi sono più elevati rispetto ai livelli di fine giugno in cui si è chiuso il primo semestre, per Marzotto "non dovremmo aspettarci particolari sorprese negative nel terzo trimestre delle banche perché la perdita di valore è stata almeno in parte compensata da un più elevato margine di interesse e soprattutto sono posizioni per cui la duration tende a diminuire abbastanza rapidamente".
Quando finirà, dunque, questo gioco? Qualora il rendimento dei Btp a 2 o 3 anni dovesse continuare a salire nei prossimi mesi, "le perdite in conto capitale comincerebbero a erodere il margine di interesse e a creare problematiche sul lato dei ratio patrimoniali".
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