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7/14/2011 | federico leardini
Alla luce dell'esito positivo del collocamento dei BoT annuali e dell'annuncio di una manovra 2011-2014 rafforzata e approvata in tempi lampo, qualche nuvola in meno si addensa sulle quattro aste di BTp in programma oggi, considerate il primo vero banco di prova del rischio-Italia sul mercato primario dopo il rialzo dei rendimenti e l'allargamento dello spread BTp-Bund dei giorni scorsi, per dimensioni e velocità senza precedenti dalla nascita della moneta unica.
Ieri sera, il differenziale tra i BTp e i Bund decennali era rientrato a quota 284 punti base (centesimi di punto percentuale), dalla chiusura di 290 del giorno precedente e tenendosi ben lontano dal picco dei 347-350 punti toccato lo scorso martedì mattina.
L'Italia si è così mantenuta saldamente sotto la soglia dei 300 punti, nonostante il declassamento di Moody's dell'Irlanda a livello di junk bond e della Grecia, scesa ieri di quattro gradini alla "CCC" di Fitch. Ma la barriera dei 200 punti sui dieci anni, che appariva invalicabile solo una manciata di giorni fa, ieri era ancora lontanissima. Intanto il gap tra i BTp quinquennali e il Bobl tedeschi è rimasto ampio ieri, a 320 punti, surclassando lo spread decennale: a conferma che la tensione sul mercato resta alta e che gli investitori e traders vanno a caccia di laute concessioni oggi nel collocamento.
L'asta dei quattro BTp sarà comunque "leggera", sebbene complessivamente sui livelli massimi della forchetta il Tesoro mira a incassare 5 miliardi di euro in un mercato difficile. I BTp a 5 e 15 anni, gli "on-the-run" (in corso di emissione) vengono venduti rispettivamente per 0,75-1,25 miliardi e 0,75-1,75 miliardi (contro i 3 previsti dal mercato per il quinquennale). I due BTp "off-the-run" (non più in corso di emissione) a 6 e 12 anni raggiungono un ammontare massimo in vendita di 2 miliardi, contro i 3 che aveva previsto il mercato.
L'asta più segnaletica resta naturalmente quella del BTp a cinque anni, il titolo che più di tutti è stato messo sotto la pressione delle massicce vendite iniziate lo scorso venerdì. Per tornare a un rendimento lordo all'emissione sopra il 5% sulla scadenza quinquennale bisogna ritornare alle aste dell'anno 2000.
Il declassamento della Grecia ha ampliato lo spread tra i titoli di stato greci e tedeschi decennali di 16 centesimi, portandolo a 1.423 punti base, con un rendimento del GGB salito al 17% mentre quello triennale viaggiava al 32 per cento. Male anche il decennale irlandese, schizzato al nuovo record di 14,41% per poi chiudere a 14,29 (+0,80%). In linea con il restringimento italiano la Spagna. L'asta dei Bun tedesca, per contro, ha avuto un problema causato dai bassi rendimenti, risultati poco appetibili: sottoscritti 3,3 miliardi contro i 4 in offerta e i 3,84 richiesti.
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