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7/11/2011 | federico.leardini
La Consob ha approvato un nuovo regime di trasparenza in materia di vendite allo scoperto. «A partire da domani gli investitori che detengano posizioni ribassiste rilevanti sui titoli azionari negoziati sui mercati regolamentati italiani sono tenuti a darne comunicazione». È quanto annuncia la Commissione con una nota diffusa al termine della riunione tenutasi fino a tarda sera. Il provvedimento ha efficacia da domani e resterà in vigore fino al 9 settembre 2011.
Assosim, un'ottima soluzione di compromesso
«Un'ottima soluzione di compromesso». Valuta così Assosim il provvedimento adottato oggi dalla Consob per fronteggiare gli attacchi speculativi contro le principali banche italiane. Tradizionalmente contraria a qualsiasi restrizione sullo short selling, l'associazione Italiana degli intermediari mobiliari ritiene che in situazioni di emergenza un obbligo di disclosure sia da preferire ad un divieto. Assosim auspica peraltro un intervento al riguardo da parte dell'Esma, l'autorità europea di controllo dei mercati, «al fine di estendere l'obbligo a tutti gli intermediari dell'Unione Europea ed evitare in tal modo il rischio di arbitraggi normativi».
Plaude all'iniziativa della Consob anche Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del gruppo del Pd alla Camera, precisando però che dopo la decisione della Consob, «sono ora indispensabili» passi verso l'Europa. «L'attesa, inevitabile e non rinviabile scelta di sospendere le vendite allo scoperto - sottolinea Boccia - non esaurisce il compito del governo italiano. Quella indicata dalla Consob è una strada che l'Italia doveva intraprendere molti mesi fa, come noi abbiamo insistentemente chiesto. Ora, soprattutto dopo la precisazione del presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy, in merito al fatto che alla riunione convocata sulla crisi del debito nell'Eurozona non si parlerà dell'Italia, crediamo che sia inevitabile una richiesta formale del nostro governo affinchè le tutela nei confronti degli attacchi speculativi siano estese a tutta l'Eurozona con l'immediata sospensione, nei paesi che le consentono, delle vendite allo scoperto di Cds (Credit Default Swap), degli strumenti derivati e dei titoli speculativi sui debiti sovrani».
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