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7/4/2011
La crisi greca è in via di soluzione, l'Europa prende fiato e si attenuano i timori di ripercussioni su altri Paesi, in particolare quelli dell'area mediterranea. «Non vedo rischi di contagio per Spagna, Italia e Belgio» ha affermato il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker in un'intervista al magazine tedesco Focus. Una distensione che non a caso arriva all'indomani del via libera alla tranche di aiuti da 12 miliardi, dei quali 8,7 messi a disposizione dall'Europa e in pagamento il 15 luglio e altri 3,3 che l'Fmi dovrebbe sbloccare il prossimo 8 luglio.
AUSTERITY E RIPRESA- «Il pacchetto di misure approvato da Atene porterà una soluzione ai problemi della Grecia» ha sostenuto ancora Juncker per il quale il paese «ha bisogno di un impulso congiunturale e di sviluppare il suo potenziale di crescita». «Anche le imprese di altre aree dell'Eurozona dovrebbero contribuire e impegnarsi», ha sollecitato il presidente del'Europgruppo, sottolineando che la sovranità di Atene, costretta ad avvalersi degli aiuti, sarà «massicciamente limitata». Sabato i ministri delle Finanze dell'Eurozona hanno dato il via libera per l'erogazione della quinta e ultima tranche di aiuti, dopo che il Parlamento greco ha approvato in settimana il piano di austerità. Sabato sera l'Eurogruppo ha fatto appello a tutti i partiti politici greci, alle opposizioni, affinchè supportino i principali obiettivi del programma e le misure politiche chiave, volte ad assicurare una loro attuazione «rigorosa e rapida».
LE TAPPE - Il prossimo 11 luglio l'Eurogruppo si riunirà nuovamente (il 12 è previsto l'Ecofin) per porre le basi del secondo piano di salvataggio. La decisione sui nuovi aiuti sarà presa entro metà settembre e le modalità precise e l'entità del coinvolgimento del settore privato ed il finanziamento aggiuntivo alla Grecia «saranno determinate nelle prossime settimane». Atene dovrebbe ricevere fino a 85 miliardi di euro di nuovi finanziamenti che, aggiunti al prestito dello scorso anno, totalizzeranno una cifra compresa tra 190 e 195 miliardi. Al nuovo fondo, secondo quanto spiegato dal funzionario del ministero delle Finanze austriaco, Thomas Wieser, dovrebbero contribuire i creditori privati, mentre il Fondo Monetario dovrebbe fornire il 30% del totale
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