Ft: dalle banche rischi per la stabilità finanziaria italiana, servono aggregazioni
Il quadro "insicuro" del sistema bancario italiano rappresenta "il rischio maggiore" sulla stabilità finanziaria del paese. Lo sostiene il Financial Times, che dopo le pesanti flessioni subite venerdì scorso in Borsa punta il dito sia sulla «percepita mancanza di capitale» del settore che sull'eccessiva presenza di istituti di medie dimensioni. Il problema sulle patrimonializzazioni ha delle eccezioni di rilievo: secondo lo stesso quotidiano britannico le due maggiori banche del paese, UniCredit e Intesa Sanpaolo, sono «relativamente ben capitalizzate». Ma «altre potrebbero fare fatica».
In un articolo della rubrica di approfondimento "Lex Column", il Financial Times cita Ubi, che ha trovato finanziatori solo per il 92% del suo aumento di capitale da 1 miliardo di euro, mentre la «Banca Popolare di Milano ha aperto uno scontro con la Banca d'Italia sulla riforma della sua governance, anche se deve convincere gli investitori a immettere 1,2 miliardi di euro. Da inizio anno - nota Ft - le sue azioni sono calate del 40%».
È un fatto noto che il grosso del debito pubblico sia detenuto da banche italiane, e questo, ricorda il Financial Times, è un fattore di sicurezza. Ma inevitabilmente ha implicato pressioni sul bancario dopo che Moody's ha avvertito di un possibile declassamento di rating sull'Italia. C'è poi il problema sul modello di business: troppe banche di medie dimensioni, secondo il quotidiano. «Un governo riformatore potrebbe affrontarne le cause economiche. Ma potrebbero volerci anni prima che arrivi, così gli investitori farebbero meglio a sperare in una nuova tornata di fusioni. I problemi del settore - conclude il Ft - potrebbero velocizzare il processo».
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