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Bpm, nessun aumento delle deleghe

6/27/2011 | federico.leardini

Il presidente Ponzellini era favorevole alla proposta di Bankitalia. Ha prevalso il no dei soci-dipendenti


 

Alla fine hanno vinto i soci dipendenti. L'assemblea della Bpm non ha approvato l'innalzamento da tre a cinque delle deleghe di voto per i soci non dipendenti. La modifica dello statuto era stata sollecitata da Bankitalia ed era appoggiata anche dal presidente della banca Popolare di Milano Massimo Ponzellini. Approvato invece l'aumento di capitale per 1,2 miliardi di euro.
 
IL VOTO - Hanno votato a favore 1.731 soci, mentre sono risultati 2.093 i voti contrari. Contro la modifica statutaria si erano espressi i dipendenti soci riuniti nell'associazione «Amici della Bpm» e i maggiori sindacati interni, anche perchè in base al codice civile i dipendenti non possono essere portatori di deleghe a eccezione di quelle dei figli minorenni. Dichiaratamente a favore della proposta del cda, invece, il comitato dei soci non dipendenti di Piero Lonardi e i pensionati di «Insieme. In assemblea, oltre a Ponzellini, anche il collegio sindacale aveva caldeggiato il sì all'aumento delle deleghe: «Bisogna salvaguardare - aveva sottolineato all'avvio dei lavori il presidente dei sindaci Salvatore Messina - il modello cooperativo, che temo sarebbe messo a rischio da una delibera che risultasse difforme dalle indicazioni dell'organismo di vigilanza. A volte - aveva detto - è meglio perdere una battaglia ma vincere una guerra».
 
IL COMMENTO - «Non mi sento sfiduciato da questa assemblea» ha detto Ponzellini, commentando l'esito della votazione con cui gli azionisti hanno bocciato la proposta del cda che, incalzato da Bankitalia, ha chiesto di alzare il numero delle deleghe da tre a cinque. Ponzellini ha ricordato che l'assemblea ha approvato «pressoché all'unanimità» tutte le altre proposte del consiglio. Sulla bocciatura delle deleghe, «i soci hanno ritenuto che non fosse il momento idoneo per passare da tre a cinque deleghe». In ogni caso gli «Amici della Bpm (l'associazione dei soci dipendenti che si è mobilitata contro l'innalzamento delle deleghe, ndr) non hanno detto di essere a priori contrari ma di pensare che la base non sia pronta e che con più tempo e altri meccanismi di governance si possa tornare sull'argomento». «È stato bocciato un tema - ha aggiunto Ponzellini - ma con un discorso aperto in atto e non con una chiusura da parte dei soci».
 
LA DIATRIBA - Ponzellini, aveva invitato i soci a non farsi spaventare dall'aumento delle deleghe di voto in assemblea e di votare sì all'aumento da tre a cinque ma i soci-dipendenti, per bocca del presidente dell'Associazione «Amici della Bpm» che li rappresenta, Alessandro Dall'Asta, ribadivano il loro no alla proposta sostenuta da Bankitalia. «Sono sicuro che la Bpm non si farà spaventare da cinque deleghe, non è quello il problema, a noi non fa paura nessun tipo di delega» aveva detto Ponzellini nel suo intervento introduttivo. Poi aveva aggiunto: «Non temiamo il mercato perchè nessuno ci può conquistare fino a che restiamo una cooperativa». Dopo Ponzellini aveva preso la parola Dall'Asta: «Siamo tra coloro - ha spiegato - che temono che attraverso un nuovo aumento delle deleghe possano prevalere in assemblea gruppi organizzati che privilegiano il capitale nei confronti delle persone».
 
IL RAPPORTO CON BANKITALIA - La Bpm «dal punto di vista economico è solida» e in Borsa «paga un prezzo che non è il nostro» aveva detto ancora Ponzellini, parlando agli azionisti. «L'Europa - aveva sottolineato Ponzellini - è sotto l'attacco della speculazione internazionale e tutto si riflette sulla Borsa, con il mercato dei titoli che è alle soglie del ridicolo e tutte le società quotate che valgono una porzione compresa tra il 10 e il 20% dei loro asset. In queste condizioni si fatica a fare il nostro lavoro e la gente si scoraggia». In Borsa il titolo è stato particolarmente «colpito» per colpa dei «pettegolezzi sui giornali» ma «dal punto di vista economico la banca è solida». «Giovedì - aveva spiegato ancora il presidente ai soci - in Banca d'Italia abbiamo dimostrato che i rischi che per loro c'erano sono inesistenti e che i clienti che per loro sono pericolosi hanno sempre pagato regolarmente. Bankitalia ha continuato con la solita "tuba" perchè di questi tempi ci tengono a fare bella figura, ma ci hanno detto di continuare perchè abbiamo la rete più bella d'Italia: per la prima volta - ha rilevato ancora - ho sentito che dall'altra parte c'è chi ci apprezza». 

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