"La stella dell'economia italiana non sta brillando", hanno avvertito gli economisti di Confindustria nel rapporto di metà anno sulle previsioni economiche. Così il Centro studi ha dovuto rivedere ancora una volta all'ingiù la crescita, tagliando le stime sul Pil al +0,9% nel 2011 ed al +1,1% nel 2012, in entrambi i casi due decimi in meno rispetto alle previsioni diffuse lo scorso dicembre.

Per Confindustria è stato un errore di previsione fidarsi dei primi segnali di rilancio. E' necessario varare subito misure strutturali, ha avvertito Confindustria, rilanciando l'invito a fare riforme, a partire dal fisco, per centrare gli obiettivi ambiziosi ma obbligati di azzeramento del deficit ed evitare la stagnazione. Senza riforme sarebbero necessarie manovre aggiuntive per l'1% del Pil al 2014, cioè altri 18 miliardi oltre ai 39 previsti.

Inoltre la modesta crescita verrebbe dimezzata allo 0,6% già nel 2012. Riguardo, invece, alle pensioni il CsC sostiene che è necessario alzare ulteriormente l'età effettiva di ritiro dal lavoro e contenere le retribuzioni pubbliche, misure che dovrebbero essere adottate per ottenere la migliore combinazione possibile di abbattimento del disavanzo e di tutela del Pil. 

Tali provvedimenti, come ha spiegato Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, erano già stati definiti l'anno scorso e si tratterebbe quindi solo di anticiparli di alcuni anni. Sul tema della disoccupazione il Centro Studi di Viale dell'Astronomia ha reso noto che dal primo trimestre 2008 ai primi tre mesi del 2011 la perdita dei posti di lavoro ha riguardato 582.000 persone. 

Secondo le stime, il tasso di disoccupazione oscillerà attorno all'8,4% quest'anno e scenderà solo di qualche punto percentuale durante il 2012 (8,3% in media d'anno). Alla fine del prossimo anno inoltre la domanda di posti di lavoro sarà ancora inferiore di 840.000 unità rispetto all'avvio della caduta e i posti mancanti risulteranno pari a 453.000.

Cesare Damiano, capogruppo Pd in Commissione Lavoro alla Camera, si è detto impressionato della perdita di posti di lavoro tra il 2008 e l'inizio del 2011, oltre che dalle dosi massicce di cassa integrazione che produrranno nel medio termine nuovi disoccupati. 

"Di tutto questo il Governo continua a non occuparsi, mentre si sta delineando una manovra correttiva da 40-50 miliardi di euro", ha affermato Damiano "con cui si sta preparando una riforma fiscale che, secondo le prime indiscrezioni, avvantaggerà i più ricchi e non porterà nessun beneficio al cosiddetto ceto medio già duramente colpito dagli effetti della crisi".

Le previsioni di Confindustria dicono inoltre che l'inflazione calcolata sui prezzi al consumo calerà dal 2,6% nel 2011 al 2% nel 2012 e che quest'anno la crescita dei prezzi risulterà superiore all'obiettivo fissato dalla Bce anche nell'Eurozona, in media del +2,5%. Ciò accadrà principalmente per la frenata dei prezzi dei beni energetici, grazie alla quotazione del petrolio stabile assunta in questo scenario.

Per quanto riguarda, infine, la crisi greca, Confindustria ha spiegato che una qualunque forma di ristrutturazione delle obbligazioni emesse dalla Repubblica greca avrebbe effetti sistemici, che si trasmetterebbero in ogni angolo della finanza e dell'economia reale, con la stessa velocità con cui ciò accadde dopo l'inatteso crack di Lehman Brothers, "perché passerebbe attraverso il crollo della fiducia e il diffondersi della paura". 

Tuttavia, il piano di salvataggio avrebbe un'intensità maggiore, come si è potuto constatare in questi giorni sulla base delle reazioni sui mercati dei titoli di stato, dentro e fuori dall'Eurozona, a seguito delle notizie riguardanti i tentennamenti di Atene.