Francia e Germania sondano i creditori privati sul piano greco. Ad Atene l'unità tra i partiti è una chimera
All'indomani del risicato voto di fiducia del Parlamento greco (155 sì contro 143 no) al governo Papandreu e una settimana dopo il vertice franco-tedesco che ha deciso di coinvolgere, su base volontaria, i creditori privati nella ristrutturazione del debito greco, i governi di Francia e Germania hanno già iniziato a sondare il terreno. Oggi ci sono stati i primi contatti esplorativi, mentre ad Atene il Governo sta mettendo il punto un nuovo piano di austerità in vista dell'ultimo vertice Ue prima della pausa estiva, in programma da domani sera a Bruxelles. Vertice la cui importanza è chiara a tutti: sul salvataggio di Atene l'Europa si gioca la sua credibilità politica e gran parte della sua prosperità economica futura.
Cosa succede a Berlino...
Il ministero delle Finanze tedesco ha invitato oggi a Francoforte banche e assicuratori esposti verso la Grecia per una serie di colloqui a livelli di gruppo di lavoro. Secondo indiscrezioni, al vertice avrebbero partecipato Deutsche Bank, Commerzbank, Allianz, Munich Re, Hvb, Lbbw, WestLb, Hsh, Dz Bank e Deka. Non è attesa nessuna decisione concreta, solo una valutazione di tutte le opzioni allo scopo di sostenere la solvibilità della Grecia. Tra le possibilità considerate, lo riscadenziamento del debito in scadenza su base volontaria. La volontarietà serve ad evitare che si possa creare un incidente (credit event) assimilabile a una insolvenza sui pagamenti, inducendo così le agenzie di rating a dichiarare il default del Paese.
...e a Parigi
Anche in Francia l'associazione che riunisce le assicurazioni, la Ffsa, ha fatto sapere che il suo responsabile, Bernard Spitz, è stato convocato al ministero delle Finanze per discutere della situazione greca. Un'altra fonte citata dal Wall Street Journal dice che i vertici delle maggiori banche francesi hanno avuto dei colloqui con il governo sull'allungamento dei loro prestiti verso Atene, che non si aspettano decisioni nell'immediato. Il negoziato sarebbe ancora ad uno stadio iniziale.
...e a Roma
Secondo fonti governative, anche le banche italiane sarebbero disponibili a fare la loro parte, rinnovando a scadenza i titoli di Stato ellenici che hanno in portafoglio. Il Tesoro è in contatto con alcuni fra i principali istituti di credito italiani che sarebbero pronti a dare un contributo finanziario su base volontaria per salvare la Grecia dalla bancarotta. Tuttavia, il sistema bancario italiano non è tra i più esposti verso Atene.
Ad Atene l'opposizione dà battaglia
Ad Atene, intanto, incassato il voto di fiducia, il consiglio dei ministri si è riunito oggi per discutere il pacchetto di ulteriori tagli, per un totale di 78 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, che dovrà essere approvato prima che la Grecia possa ricevere nuovi fondi. Il piano di austerità sarà sottoposto alla discussione parlamentare giovedì e venerdì della prossima settimana, 27 e 28 giugno e dovrà essere votato entro il 30 giugno, prima della riunione dell'Eurogruppo che il prossimo tre luglio dovrebbe sbloccare la tranche di 12 miliardi di euro di aiuti.
Dopo la dura contrapposizione di ieri notte in Parlamento durante il dibattito sul voto di fiducia al governo, fra il premier Papandreou e Antonis Samaras, leader di Nea Dimocratia, quest'ultimo ha ripetuto la posizione del suo partito riguardo il programma a medio termine e ha chiesto di nuovo elezioni anticipate. «Noi - ha detto Samaras - non possiamo dare il nostro consenso ad una cosa sbagliata. Ma consensi sulla correzione di uno sbaglio quanti ne volete». Aleka Papariga, segretaria generale del Partito Comunista, ha sostenuto ancora una volta che il popolo greco non dovrà pagare nemmeno un euro del debito della Grecia ed ha affermato che «faremo di tutto per screditare l'ipotesi del referendum proposto da Papandreou». Insomma, il quadro politico è quantomai instabile
Il 3 luglio
Oltre a sloccare la tranche, l'Eurogruppo nell'incontro di inizio luglio dovrebbe decidere anche un nuovo piano di salvataggio per Atene che potrebbe valere fino a 120 miliardi di euro: proprio quel secondo pacchetto che aveva spinto la Germania a chiedere il contributo ai creditori privati. La cancelliera tedesca, tuttavia, ha smorzato oggi le attese su una partecipazione dei creditori privati sottolineando che finora solo due paesi hanno appoggiato la proposta della Germania. Solo «i governi di Olanda e Finlandia hanno appoggiato da subito il piano di riscadenzamento del debito della Grecia», ha detto la Merkel nel corso di un intervento davanti alla commissione per gli Affari europei del Bundestag. Per questo, ha aggiunto, «portare la Francia su questa linea è stato un successo enorme».
Secondo Trichet è allarme rosso
Nel frattempo il governatore uscente della Bce, Jean Claude Trichet, ha fatto sapere che allodierna riunione del board sui rischi sistemici non si è discusso del coinvolgimento dei privati nei nuovi aiuti alla Grecia. Ma ha lanciato l'allarme sulla stabilità finanziaria dell'eurozona sottolineando il grande pericolo derivante «dalle interconnessioni tra le vulnerabilità delle finanze pubbliche in alcuni Stati membri dell'Unione e il sistema bancario con potenziali effetti di contagio nell'intera Unione e anche oltre».
«Per quanto mi riguarda - ha detto Trichet - dico che la luce è rossa. Il messaggio del board è che questo rappresenta la più seria minaccia alla stabilità finanziaria».
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