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Ue, a rischio la stabilità

6/16/2011

Allarme della Bce: la crisi greca «ha il potenziale per creare effetti di contagio»


 

L'Unione europea non è ancora uscita dalla crisi. Il quadro della stabilità finanziaria nell'area euro infatti «è rimasto molto impegnativo» e per il terzo anno consecutivo dopo la crisi del 2008 «i rischi sono ancora prevalenti». L'allarme è della Banca centrale europea, che nella sua Financial Stability Review nota come le difficoltà per il programma di consolidamento della Grecia «sono cresciute» rispetto al rapporto dello scorso dicembre.
 
GRECIA - La stretta interconnessione fra i il settore pubblico e le banche, che hanno ampie fette di titoli di Stato periferici in portafoglio, è il rischio principale per la stabilità finanziaria nell'area euro e ha «il potenziale per creare effetti di contagio» spiega ancora la Bce. Per l'Eurotower inoltre le difficoltà per la messa in pratica del risanamento della Grecia sono aumentate rispetto all'ultima Financial Stability Review dello scorso dicembre. Secondo la Bce, alla luce delle implicazioni potenzialmente molto pericolose per il paese debitore e per il suo sistema bancario di un'eventuale ristrutturazione del debito sovrano, è ora richiesta e peraltro possibile una maggiore attenzione sul miglioramento dei fondamentali sia attraverso riforme politiche macroeconomiche che strutturali nei paesi a rischio. Per questo devono essere applicati con il massimo rigore i programmi di risanamento negoziati dai singoli paesi con la Ue e il Fmi.
 
FIDUCIA - Tuttavia c'è anche uno sviluppo positivo dato dal rafforzamento della fiducia in «altri Paesi dell'area euro che avevano mostrato alti rendimenti dei titoli governativi», grazie non solo agli sforzi di risanamento bancario ma anche al rafforzamento dei fondamentali economici e di bilancio. Fra gli elementi di maggiore «vulnerabilità» dei sistemi bancari la Bce cita l'accesso alla liquidità, che nonostante la minore dipendenza dai mercati monetari «continua ad essere un tallone d'Achille per molte banche europee» e, soprattutto, per quelle dei Paesi con maggiori difficoltà di bilancio. Nel complesso - spiega la Bce - c'è un «diffuso miglioramento nella capacità di resistenza del settore bancario» rispetto allo scorso dicembre, come indicato anche dagli indicatori di redditività e di solvibilità delle banche e grazie anche agli stress test. Tuttavia «restano diverse aree di rischio per la stabilità finanziaria dell'area euro. Prima fra tutti, appunto, la forte indipendenza fra i sistemi bancari e le finanze pubbliche; ma anche le vulnerabilità nell'accesso alle fonti di finanziamento; l'andamento dei prezzi immobiliari che probabilmente - avverte la Bce - resteranno al di sotto dei massimi degli anni pre-crisi; la possibilità di uno shock dovuto a un improvviso balzo dei tassi a lungo termine; e infine l'ipotesi di un improvviso aggiustamento degli squilibri globali.

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