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Che Banca!, primo utile da 7,5 milioni

8/8/2016 | Marcella Persola

E' la prima volta che la banca del gruppo Mediobanca chiude il semestre in utile. L'opera di trasformazione in wealth manager - banca digitale sempre più profittevole


Prosegue l'opera di trasformazione di Che Banca! da deposit gatherer a wealth manager - banca digitale profittevole. Nel triennio, infatti la banca retail del gruppo Mediobanca, ha attuato il processo di trasformazione a banca digitale profittevole con particolare attenzione alle esigenze del cliente nella gestione del risparmio. Per il primo anno la banca chiude il semestre con un utile di 7,5 milioni contro la perdita di 13,6 milioni del precedente periodo dell'anno scorso.

Contemporaneamente ha assolto al ruolo di fonte di raccolta diretta per il Gruppo (per i risultati della capogruppo clicca qui) a costi progressivamente decrescenti. Così come riporta la nota stampa le masse gestite sono aumentate da 0,7 a 3,9 miliardi, con raccolta diretta ben superiore a i 10 miliardi (+11,3% contro i 9,634 miliardi del 30 giugno 2015).

Le commisioni nette sono triplicate a 43,4 milioni e rappresentano il 15% delle commissioni del Gruppo Mediobanca, il margine di interesse sale del 5% a 149 milioni beneficiando della riduzione del costo della raccolta.

Inoltre la recente acquisizione del perimetro di attività Barclays in Italia, la cui chiusura è attesa entro l’estate, pone le basi per un profittevole salto dimensionale di CheBanca! anche nei prossimi anni:

A livello globale l’esercizio si chiude per la prima volta con un utile (7,5 milioni ) attribuibile in buona misura alla crescita dei ricavi (+15,4% a 192,4 milioni). Il margine di interesse sale del 7,1% (a 149 milioni) per il minore costo della raccolta ed i maggiori impieghi, le commissioni aumentano del 57,2% (da 27,6 a 43,4 milioni) trainate da quelle sul risparmio gestito ed assicurato. I costi mostrano un incremento dell’1,7% per effetto del rafforzamento della struttura (+8% le spese del personale) mentre calano le spese amministrative (- 2,2%). Le minori rettifiche su crediti (16,6 milioni contro 20,4 milioni) esprimono un costo del rischio di 34 bps (45 bps lo scorso esercizio) ed un tasso di copertura stabile al 49% (48% lo scorso esercizio).

La provvista retail (10,7 miliardi) chiude in crescita rispetto allo scorso esercizio (9,6 miliardi), beneficiando delle politiche promozionali e della crescita dei conti correnti (3,299 miliardi contro 2,012 miliardi).

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