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Prometeia promuove le banche

5/26/2011

Per raggiungere i requisiti di Core tier 1 al 7% con Basilea 3 le prime cinque banche italiane hanno bisogno di mezzi freschi aggiuntivi pari a 11,4 miliardi


 

Per raggiungere i requisiti di Core tier 1 al 7% con Basilea 3 le prime cinque banche italiane hanno bisogno di mezzi freschi aggiuntivi pari a 11,4 miliardi, un conto meno salato rispetto a un anno fa, ma che comunque sale a 13,4 miliardi se si considerano i primi 13 maggiori gruppi. L'analisi è di Prometeia nel suo consueto studio sui bilanci bancari. Il quadro che ne è esce è di un sistema che grazie ai "recenti passi" ha già "ridotto il gap" per il rispetto dei nuovi requisiti patrimoniali e infatti Giuseppe Lusignani, vice presidente di Prometeia, nel presentare i risultati della ricerca, ha sottolineato che "il sistema solido" degli istituti italiani li rende "in grado di assorbire" i prossimi stress-test, più rigorosi rispetto allo scorso anno.

Tuttavia, la necessità di capitale aggiuntivo resta e non a caso accanto a chi ha già deciso operazioni di ricapitalizzazione, "altri potrebbero farlo nei prossimi mesi". Anche perché le banche sono costrette a muoversi all'interno di due binari, che ne limitano il percorso: i rischi sulla tenuta dei debiti pubblici nei paesi periferici dell'Europa (che impattano anche indirettamente sulle banche italiane, nonostante queste ultime hanno tutto sommato un portafoglio titoli poco esposto rispetto ai paesi più deboli dell'Unione monetaria) e nello stesso tempo la fragilità della crescita dell'economia italiana.

Tra l'altro, la crisi del debito sovrano ha portato il costo della raccolta bancaria su livelli più alti rispetto al passato: l'ampliamento del differenziale di rendimento tra titoli di stato italiani e tedeschi, ad esempio, fa sì che il denaro sia più caro per le banche italiane e anche se la situazione dovrebbe rientrare nella norma, Prometeia stima che comunque il premio pagato dall'Italia nel triennio dovrebbe rimanere di circa 50 punti base sopra i livelli pre-crisi.

Un doppio binario che si traduce, per le nostre banche, in una difficile ricerca di una "redditività sostenibile". E se è pur vero che nel triennio 2011-2013 il settore produrrà utili per circa 42 miliardi, il volume complessivo è ancora ben al di sotto dei 63 miliardi circa realizzati nel periodo 2005-2007. Nello stesso periodo la redditività del capitale si porterà tra il 3% e il 5%, rispetto al 2,9% stimato per il 2010.

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