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Tremonti, l'Istat sbaglia

5/25/2011

Replica del Ministro alle statistiche sulla povertà fornite dall'istituto


 

Dura replica del ministro dell'Economia Giulio Tremonti alla Corte dei Conti: "'Forse la crescita non e' sufficiente, ma senza la tenuta di bilancio non ci sarebbe stata neanche questa insufficiente crescita". Bocciato anche il rapporto Istat 1: "So che ci sono i poveri ma francamente credo che quella rappresentazione sia discutibile. Tutte le statistiche dicono che in questo decennio la ricchezza non è scesa ma è salita" dice il titolare dell'Economia.
 
Vincoli europei. Per rispettare i nuovi vincoli europei sul debito occorrerà un intervento "del 3% all'anno, pari, oggi, a circa 46 miliardi nel caso dell'Italia" continua la Corte dei Conti. Si tratta di "un aggiustamento di dimensioni 
paragonabili a quello realizzato nella prima parte degli anni Novanta per l'ingresso nella moneta unica". Dato l'elevato debito e la necessità di abbatterlo a ritmi sostenuti i valori del saldo primario "andrebbero conservati elevati nel lungo periodo" e questo comporta "il permanente aggiustamento sulla spesa" e rende "impraticabile" qualsiasi riduzione della pressione fiscale.
 
Manovra di bilancio. La manovra di bilancio dovrà essere sostenuta da "un'adeguata strategia di crescita" altrimenti si potrebbero verificare degli "effetti depressivi non auspicati" e quindi la manovra stessa potrebbe risultare "non pienamente sostenibile".  La manovra, si sottolinea nel documento, "è necessariamente centrata sul contenimento della spesa". Proprio per questo, rileva la magistratura contabile, apre la questione di "come porsi di fronte all'obiettivo di ripristinare più robuste condizioni di crescita, almeno tali da riportare l'economia italiana in linea con la media europea". Il ridimensionamento dei programmi di spesa, nella manovra, si è concentrato soprattutto nelle amministrazioni locali e sull'operare degli strumenti di coordinamento e su investimenti. 
 
Evasione. Il fenomeno evasivo in Italia ha raggiunto "un livello di punta nel panorama europeo", con l'eccezione della Grecia e della Spagna, rivela il rapporto 2011 che sottolinea gli "importanti risultati conseguiti e l'opportunità di continuare a rafforzare l'azione di contrasto".  Allo stesso tempo, evidenzia la Corte dei Conti, va prestata "particolare attenzione alle condizioni da rispettare per consentire allo strumento di essere utilizzabile anche negli anni a venire". In prospettiva, secondo la magistratura contabile, gli effetti finanziari del contrasto fiscale, nel futuro, "potranno continuare ad essere determinanti nella misura in cui si riuscirà a trovare il necessario equilibrio tra azione repressiva e induzione della tax compliance".

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