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Bce, sulla Grecia si scherza col fuoco

5/23/2011

Continuano in effetti a crescere le tensioni legate alla situazione della Grecia


 

Il caso dell'Italia, come quello della Spagna, è completamente diverso, non ha niente a che fare con quelli di Grecia, Irlanda e Portogallo, che sono situazioni chiare, con cause definite. Ne è convinto il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria. L'Italia, ha poi ricordato, "sta riducendo il proprio debito, dopo anni di espansione e  ha preso numerose misure importanti", come esposto nel rapporto presentato dall'Ocse nelle scorse settimane.
 
Senza contare che, se si optasse per una ristrutturazione del debito in Grecia e altri Paesi, come Portogallo e Irlanda, seguissero l'esempio, sarebbe la stessa Bce a scottarsi. Per Anna Maria Grimaldi, economista di Intesa Sanpaolo, subirebbe forti perdite sul suo portafoglio titoli, e, ipotizzando lo scenario più estremo e improbabile, potrebbe diventare necessario ricorrere alla ricapitalizzazione della Banca centrale.
 
"La Bce deve tutelare il proprio portafoglio, che contiene molti titoli greci, ma soprattutto vuole allontanare il rischio di un contagio per gli altri Paesi dell'Eurozona in crisi. Le ultime dichiarazioni della Bce sono minacciose", e sono legate al fatto che "è molto difficile implementare una ristrutturazione, anche soft o volontaria, senza che ci siano ripercussioni serie sui mercati", ha spiegato Anna Maria Grimaldi.
 
Continuano in effetti a crescere le tensioni legate alla situazione della Grecia dopo le dichiarazioni rilasciate ieri dal membro del Comitato esecutivo della Bce, Jurgen Stark, secondo il quale, se si dovesse ricorrere a una ristrutturazione del debito, la Bce non potrebbe più accettare i titoli greci come garanzia per accordare ulteriori prestiti alle banche del Paese. Si tratta dell'avvertimento più esplicito giunto finora dalla Banca centrale europea.
 
Finora i finanziamenti da parte della Bce sono stati l'ancora di salvataggio a cui le banche greche si sono aggrappate per rimanere liquide. Ma la minaccia della Banca centrale di interrompere questi prestiti potrebbe creare seri problemi al sistema bancario del Paese.
 
La Bce sta "giocando col fuoco" con i suoi commenti sulla ristrutturazione del debito greco, che accendono un "conflitto aperto e dannoso con le autorità politiche", spiega Kbc, aggiungendo che questo potrebbe accrescere la volatilità sul mercato e risultare dannoso per la periferia, i bond dei Paesi semi-core e la moneta unica. Questi conflitti sfuggono al controllo. 
 
Tanto che oggi è volato a un nuovo massimo storico lo spread tra i titoli di Stato greci a dieci anni e il corrispettivo bund tedesco: il differenziale di rendimento è balzato a 1.314 punti base col premio di rendimento del bond decennale ellenico al 16,25%. Ed è arrivato un nuovo declassamento del rating del debito greco da parte di Fitch sulle emissioni a lungo termine che passano da BB+ a B+. Resta la B per quelle a breve. L'agenzia ha disposto anche un rating watch con implicazioni negative, quindi sotto osservazione per possibili nuove bocciature. 
 
Ora c'è molta attesa per martedì prossimo quando il primo ministro greco, Giorgio Papandreou, avrà una serie di incontri con i leader dei partiti d'opposizione per chiedere il loro consenso sul piano economico a medio termine varato dal Governo sotto le crescenti pressioni della troika, Fmi, Ue e Bce. 
 
Il consenso chiesto dai rappresentanti dei creditori, molto difficile da ottenere almeno per quanto riguarda i due partiti di sinistra, da sempre contrari all'accordo, è una condizione sine qua non. È necessaria, infatti, non solo per ottenere l'ok alla concessione della 5a tranche da 12 miliardi (parte del prestito di 110 concesso alla Grecia un anno fa), ma anche per poter sperare in un nuovo prestito di 60 miliardi per il 2012-2013, periodo per cui la Grecia avrà bisogno di circa 100 miliardi per pagare i debiti in scadenza e gli interessi. 
 
A questi vanno aggiunti i miliardi che servono per coprire i buchi riscontrati nel bilancio 2011, motivo per cui la troika insiste sul piano di privatizzazioni dalle quali lo Stato dovrebbe incassare circa 50 miliardi. Su questo Papandreou sembra deciso ad andare avanti a ogni costo, insieme al ministro delle Finanze, George Papaconstantinou. 
 
"La Grecia deve accelerare le privatizzazioni e le dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico", ha detto il ministro delle Finanze, che punta a velocizzare il programma di privatizzazioni per il quale è stata fissata una scadenza al 2015. "Dobbiamo procedere più velocemente e decisamente", ha aggiunto Papaconstantinou, "per riaccendere il motore economico greco e fargli produrre posti di lavoro, investimenti e ricchezza".
 
Non a caso il ministro ha parlato di 6 miliardi che dovranno venire dalle nuove misure in programma per il 2011, mentre ha lasciato intendere che non si escludono licenziamenti fra gli impiegati delle società pubbliche che dovranno smettere di funzionare. E in Grecia non sono poche.

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