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Fmi, i possibili sostituti

5/20/2011

Lagarde, Weber e gli altri nomi per il dopo Strauss Kahn


 

Le dimissioni di Dominque Strauss-Kahn dalla guida del Fondo Monetario Internazionale in seguito all'accusa di violenza sessuale aprono la difficile partita della successione al vertice della prestigiosa istituzione economica: i Paesi emergenti rivendicano un ruolo di primo piano, mentre l'Europa punta a mantenere il controllo del ruolo chiave. 
 
Angela Merkel parla chiaro: la guida del Fondo monetario internazionale deve essere affidata a un europeo. Non si sbilancia su un nome, ma fa presente che alla luce della crisi del debito nell'eurozona, una decisione deve essere presa in fretta. Le fa eco la portavoce di José Manuel Barroso, presidente della commissione Ue, chiedendo che il successore di Strauss-Kahn sia un europeo: è "naturale", visto che l'Ue è il più forte contributore al Fondo, dice Pia Ahrenkilde-Hansen, sicura che l'Europa "potrà esprimere un candidato forte", e precisando che la scelta dovrà essere fatta in base alla competenza e non alla nazionalità. E il presidente francese Nicolas Sarkozy sottolinea che l'Unione europea "è in grado di presentare una candidatura di altissima qualità".
 
Il Vecchio continente serra quindi i ranghi, escludendo che l'incarico possa andare a un Paese emergente, ma si alzano voci contrarie, Pechino in testa, a chiedere che il ruolo sempre più rilevante di altre economie venga rappresentato. Tra i favoriti, in pole position figura, tra gli europei, il ministro delle finanze francese, Christine Lagarde, seguita dall'ex banchiere centrale tedesco, Axel Weber. Qualche chance l'ha anche il presidente uscente della Bce, Jean Claude Trichet.
 
In favore di Legarde si è pronunciato anche Silvio Berlusconi: "Considero fondamentale raggiungere al più presto una comune posizione europea che esprima una candidatura unica alla direzione del Fondo Monetario Internazionale, in sostituzione di Dominique Strauss-Kahn - afferma il presidente del Consiglio in una nota - A questo proposito, ritengo che l'attuale ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde, possa rappresentare un'ottima scelta". Dello stesso avviso il titolare dell'Economia Giulio Tremonti: "In ragione tanto del valore delle quote europee nel Fondo Monetario Internazionale, quanto della capacità e dell'esperienza dimostrata in questi anni da Christine Lagarde, mi pare che una candidatura di Christine avrebbe tutte le ragioni per essere sostenuta da tutti".
 
La 55ene Lagarde sarebbe la prima donna alla guida del Fondo. Campionessa di nuoto sincronizzato è già stata la prima donna a presiedere il colosso legale Usa Baker Mackenzie. Si è distinta durante la crisi europea ed è stata nominata miglior ministro delle Finanze in Europa dal Financial Times nel 2009. A suo sfavore gioca la nazionalità francese, la stessa di Strauss-Kahn. Negli ultimi 33 anni i francesi sono stati alla guida dell'Fmi per ben 26. Il presidente Nicolas Sarkozy potrebbe inoltre vedere non troppo di buon occhio il suo popolare ministro delle Finanze abbandonare l'incarico proprio mentre la Francia presiede il G20 e con le elezioni così prossime.
 
Anche il tedesco Weber, sostenuto dalla cancelliera Angela Merkel, appare un forte candidato: era già considerato il favorito per la presidenza della Bce finché non ha dato le dimissioni dalla Bundebank lo scorso febbraio. La poltrona da 521.000 dollari all'anno di Strauss-Kahn la vorrebbe anche l'inglese Gordon Brown ma il premier David Cameron ha già chiarito che non intende sostenere l'ex primo ministro. 
 
Ma a rompere la tradizione di un presidente dell'Fmi europeo e di un vice americano, potrebbero essere le crescenti pressioni dei Paesi in via di sviluppo che pretendono di contare di più nell'organizzazione di Washington. "Le economie emergenti dovrebbero essere incluse tra i vertici del Fondo Monetario Internazionale", ha detto oggi in conferenza stampa a Pechino il portavoce del ministero degli Esteri cinese Jiang Yu. "Noi crediamo che i Paesi emergenti e quelli in via di sviluppo dovrebbero essere rappresentati ai vertici della struttura", continua la portavoce della diplomazia cinese. E il ministro delle Finanze del Giappone, Yoshihiko Noda, chiede che la scelta per l'incarico avvenga in modo trasparente. 
 
Tra i papabili, il sudafricano Trevor Manuel, 55 anni. Ex ministro delle Finanze nel suo Paese è stato preso in considerazione anche per la Banca Mondiale. In lizza, se la poltrona dovesse andare ad un non-europeo, c'è poi il turco Dervis che è già stato numero due della Banca mondiale nel 1996 e che è considerato l'artefice, come ministro delle Finanze, della ripresa turca dopo la terribile crisi finanziaria del 2001. Tra gli altri possibili candidati ci sono infine il governatore della banca del Messico, il 52nne Agustin Carsten, che è stato vice direttore generale del Fondo dal 2003 al 2006, e l'indiano Montek Singh Ahluwalia, influente adviser economico del primo ministro Manmohan Singh penalizzato solo dalla sua età perché ha 67 anni.

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