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Draghi ok, Bini Smaghi no

5/18/2011

Approvata dall'Ecofin la nomina di Draghi a Presidente Bce. Polemica francese sul ruolo di Bini Smaghi


 

I 27 ministri delle Finanze dell'Ue hanno accettato la designazione del governatore di Bankitalia Mario Draghi alla presidenza della Banca centrale europea. Ora la nomina ufficiale spetta ai capi di Stato e di governo il prossimo 24 giugno, sentiti i pareri del Parlamento europeo e del Consiglio direttivo della stessa Bce. L'investitura formale di Draghi avviene all'indomani della designazione unanime da parte dell'Eurogruppo 1. 
 
La nomina trova tutti concordi, in Italia e all'estero. Per il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi si tratta di "un risultato dell'Italia, oltre che delle competenze e delle capacità dello stesso governatore di Bankitalia, un risultato reso possibile anche dalla fortissima disciplina di bilancio praticata dall'Italia negli ultimi tre anni".
 
Soddisfatta anche l'opposizione. "La nomina di Draghi conferma che l'Italia, quando scommette sull'Europa sa esprimere profili di livello mondiale - afferma in una nota Sandro Gozi, deputato del Pd e consulente (ex-promotore) di un appello bipartisan a favore della nomina di Draghi ai vertici Bce che ha raccolto 105 firme di parlamentari di tutti gli schieramenti - Spinelli, De Gasperi, Prodi, Monti, Padoa Schioppa, ed ora Draghi. Si arricchisce il già enorme contributo di intelligenze e personalità dell'Italia alla causa e alle sorti dell'Unione europea, sorti che sono inscindibili da quelle italiane". "L'Italia è semplicemente più bella quando sa essere anche europea", conclude Gozi.
 
La scelta di Draghi è approvata anche dal Wall Street Journal. Secondo il quotidiano finanziario, che alla nomina dedica oggi un lungo editoriale, per la successione a Trichet l'Europa "non si può permettere un passaggio di consegne complicato o un candidato di secondo piano" ma Mario Draghi "è al vertice sotto tutti i punti di vista".
 
Nessun commento dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti. In una breve dichiarazione al termine degli incontri, mentre lascia il Palazzo del Consiglio, dice soltanto: "Quello che è stato deciso ieri lo conoscete". Poi si limita a elencare gli argomenti affrontati nella due giorni a Bruxelles: "Abbiamo discusso a lungo della governance europea, abbiamo inviato sei provvedimenti al Parlamento europeo, definito il compromesso sul mercato finanziario delle vendite allo scoperto, abbiamo sospeso la discussione sulla direttiva sulla tassazione del risparmio per i residenti all'estero. E' stata chiusa la partita del Portogallo mentre quella della Grecia è ancora aperta". E avviandosi all'auto che lo accompagna all'aeroporto chiude con un "nella vita gli slot sono pochi, arrivederci".
 
L'ingresso di Draghi nel board Bce ha però aperto un caso. La Francia, per bocca del ministro delle Finanze, Christine Lagarde, ha detto infatti che due italiani ai vertici della Banca centrale sono troppi: "E' logico che uno dei due italiani nel board della Bce, evidentemente non il presidente appena designato, lasci elegantemente", ha detto il ministro, per far posto a un membro di un'altra nazionalità, possibilmente francese. Le dichiarazioni di Lagarde sono arrivate a commento delle parole di Lorenzo Bini Smaghi che si è detto intenzionato a non uscire dal board prima della scadenza dell'incarico, nel 2013. Oltretutto, ha detto Lagarde, della "partecipazione di un francese al board, probabilmente al posto di un italiano", si era già parlato in occasione del recente vertice italo-francese.

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