Italia non al riparo da un rischio contagio della crisi del debito, secondo il Fmi
Con il deterioramento del settore bancario irlandese, "nel novembre 2010 è scoppiata una nuova ondata di turbolenze sul mercato. I rischi sovrani si sono intensificati di nuovo nei paesi periferici della zona euro, espandendosi ad altri paesi, inclusi Belgio e Italia". E' quanto afferma il Fondo monetario internazionale nel Regional Economic Outlook sull'Europa, sottolineando però che il rischio di un contagio "sull'economia reale è rimasto ampiamente confinato ai paesi colpiti" dalla crisi: Irlanda, Grecia e Portogallo.
Non tarda la replica di Maurizio Sacconi, che tende a tranquillizzare. "Sono convinto che siamo al riparo dal contagio" della crisi del debito sovrano, "perché abbiamo una robusta disciplina di bilancio insieme con una grande ricchezza nazionale", commenta il ministro del Lavoro, in riferimento al rapporto dell'Fmi. "Se malauguratamente ci fosse una crisi di governo e una instabilità politica - ha avvertito - saremmo paese a rischio. Per fortuna c'è stabilità".
Secondo l'istituto di Washington, "i differenziali dei titoli di Stato sono saliti a livelli significativamente elevati rispetto a quelli registrati durante le turbolenze di maggio 2010". E, si legge ancora nel documento, "questi sviluppi sollevano ulteriori preoccupazioni sulla capacità dei governi periferici di sostenere il settore bancario ancora debole, allo stesso tempo pesando sui bilanci delle banche che detengono significative quote di titoli di Stato".
Per l'Fmi "questo ciclo avverso" nelle aree periferiche "ha minacciato di danneggiare in modo significativo i mercati". "Le pressioni sono diventate sempre maggiori in Irlanda ed hanno portato le autorità ad intraprendere un piano di aggiustamento sostenuto dall'Ue e dall'Fmi", si legge, ricordando che anche il Portogallo ha chiesto un piano di salvataggio internazionale.
Per l'Italia le prospettive di crescita sono deboli: "Nonostante la domanda interna si sia ripresa in modo moderato, le prospettive di crescita dell'Italia restano deboli, contro lo sfondo di un trend di perdita di competitività". E' quanto afferma l'Fmi prevedendo per il 2011 una crescita del Pil italiano dell'1,1 per cento e per il 2012 dell'1,3 per cento.
Complessivamente, la ripresa globale "sta guadagnando forza", rileva l'istituto, e anche in Europa "è attesa consolidarsi". Secondo l'Fmi il Pil di Eurolandia salirà dell'1,8 per cento quest'anno e del 2,1 per cento il prossimo. Nel suo Rapporto regionale dedicato al vecchio continente il Fondo stima che l'Europa nel suo complesso crescerà del 2,4 per cento quest'anno e del 2,6 per cento il prossimo. Destinate a rientrare le tensioni inflazionistiche che nell'area dell'euro si attesteranno al 2,3 per cento nel 2011 per poi scendere all'1,7 per cento nel 2012. Per questo l'organismo di Washington invita la Bce a mantenere una politica monetaria "relativamente accomodante".
Condividi
Seguici sui social
Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione