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Italia, produzione industriale ferma

5/11/2011

I dati istat indicano una crescita dello 0,4% da febbraio a marzo e del 3,1% rispetto al 2010


 La produzione industriale italiana a marzo è aumentata dello 0,4% (dato destagionalizzato) rispetto a febbraio e del 3,1%, dato corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 23), rispetto a marzo 2010.

L'Istat ha inoltre reso noto che nel primo trimestre l'indice è sceso dello 0,1% rispetto al trimestre precedente (quarto 2010).

Nella media del primo trimestre dell'anno la produzione è cresciuta dell'1,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Gli aumenti congiunturali sono stati registrati nel comparto dell'energia (+1,5%), nel raggruppamento dei beni strumentali (+1,2%) e in quello dei beni intermedi (+0,5%); negativa è invece la variazione dei beni di consumo (-0,6%).
Su base annua l'indice corretto per gli effetti di calendario segna variazioni positive per i beni strumentali (+8,5%) e per i beni intermedi (+3,8%). Diminuiscono, invece, dell'1% gli indici sia dei beni di consumo, sia dell'energia.
 
I maggiori contributi alla crescita annua dell'indice generale (calcolato sui dati grezzi) sono forniti dalla componente dei beni strumentali (+1,2 punti percentuali) e da quella dei beni intermedi (+0,6 punti percentuali). Nel mese di marzo l'indice corretto per gli effetti di calendario segna, rispetto a marzo 2010, gli incrementi più marcati nei settori della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+16,5%), della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+7,0%) e della fabbricazione di mezzi di trasporto (+6,7%).
 
Le diminuzioni maggiori riguardano i settori relativi alla fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-8,2%), alle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-6,9%) e alla fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-5,6%).
 
"Anche se i dati sulla produzione industriale italiana sono positivi, il motore dello sviluppo in Italia è ancora inceppato", ha detto in una nota il segretario confederale dell'Ugl, Cristina Ricci, evidenziando come "fino a quando le famiglie italiane non potranno acquistare i beni prodotti per soddisfare i propri bisogni, anche primari, senza dover 'tirare la cinghia' a fine mese, non potremo dirci al sicuro dalla crisi". Secondo il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, "i dati quando sono positivi non possono che essere confortanti, ma non è questo il momento di gioire ma è quello delle scelte".
 
Che la ripresa sia quasi ferma è stato confermato nel pomeriggio da altri dati, più recenti, del Centro studi di Confindustria, che stima sullo 0,2% la crescita di aprile su marzo.
"La distanza dal picco di attività pre-crisi (aprile 2008) - spiega il Csc -  è di -17,3%; il recupero dai minimi ( marzo 2009) è del 12,0%. Il primo trimestre 2011 si chiude con la seconda contrazione consecutiva: -0,1% sul quarto 2010, quando si era avuto un -0,6% sul terzo.
Nel secondo trimestre 2011, invece, la crescita acquisita è dell'1,0%. Il profilo della produzione industriale - scrive il centro studi - risulta sostanzialmente piatto dalla scorsa estate: la variazione media mensile da luglio 2010 è infatti dello 0,1%".

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