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5/4/2011
''Quando investitori forti si presentano per investire, dall'estero ma anche dall'interno, il sistema tende a chiudersi a riccio. Invece di promuovere il mercato, troppo spesso la politica interviene a sostegno dei gruppi esistenti di controllo''.
Il presidente di Assonime, Luigi Abete, lo dice nell'audizione parlamentare per l'indagine conoscitiva sui mercati degli strumenti finanziari.
Per Abete ''dovremmo convincerci che, piu' del passaporto, conta la qualita' dell'investitore''. L'effetto finale - dice il presidente Assonime - e' mantenere bassa la capitalizzazione e frenare gli investimenti, spesso proprio in settori dove sarebbero massimi i guadagni di efficienza''.
Ed ''anche se sistemi analoghi tendono talora a prevalere anche negli altri paesi continentali, ma non nei paesi nordici e di tradizione anglosassone, il costo per noi e' piu' elevato, data la carenza di capitale e di investitori forti all'interno''.
Abete si e' anche soffermato sul ''sistema regolamentare'' negli utili anni ''caratterizzati da una moltiplicazione di regole dettagliate e complicate, spesso piu' stringenti di quanto chiesto dalle direttive europee''.
Per la disciplina sull'opa, dice Abete, ''sarebbe utile tornare al regime del testo unico della finanza del 1998, anzitutto ripristinando pienamente la regola di passivita'e prevedendo la decadenza di ogni limite all'esercizio del voto in assemblea''.
E per ''l'attivita' di listing - indica ancora - l'eventuale attribuzione alla Consob delle competenze assegnate alla Borsa Italiana richiede che l'efficienza e la rapidita' di risposta assicurate attualmente siano mantenute nel nuovo assetto''.
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