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Rame, prospettive deboli

5/3/2011

Un quadro di debolezza continua a caratterizzare il mercato del rame


 

Un quadro di debolezza continua a caratterizzare il mercato del rame, che torna oggi in contrattazione al London Metal Exchange, dopo il lungo week-end festivo.
Il metallo è stato influenzato nei giorni scorsi principalmente dalle notizie economiche e dall'andamento del mercato azionario, ma subisce anche l'effetto negativo dell'aumento delle giacenze presso i magazzini Lme: quest'anno è stato sinora caratterizzato da entrate, soprattutto in Asia, mentre tra febbraio a novembre del 2010 ci fu in generale una continua uscita di catodi.
Il fenomeno attuale è verosimilmente dovuto alla minor domanda cinese all'importazione, causata in parte dal prezzo ritenuto troppo alto.
E poiché i consumi interni di rame si mantengono sostenuti, ne consegue che gli utilizzatori si rivolgono alle giacenze accumulate tra il 2009 e il 2010.
La situazione si riflette sulle quotazioni allo Shanghai Futures Exchange (Shfe) che, salvo una breve parentesi in novembre, sono inferiori a quelle dell'Lme sin dal luglio scorso e tra l'altro, come conseguenza, non permettono operazioni di arbitraggio da parte dei commercianti con acquisti sull'Lme e vendite allo Shfe.
In realtà la Cina ha importato nel primo trimestre di quest'anno il 21% in meno di catodi, ma nel contempo molti arrivi a fronte dei contratti di fornitura annuali sono stati lasciati in depositi soggetti a dogana per non pagare l'Iva del 17% e, all'occorrenza, riesportarli.
Ciò sta favorendo la ricollocazione di catodi dai magazzini doganali cinesi ai magazzini Lme asiatici.
A causa dell'attuale stato di eccedenza, se anche l'import cinese dovesse improvvisamente riprendersi, ci vorrebbe del tempo per avere effetti visibili sul bilancio domanda offerta (la reazione al rialzo del mercato sarebbe invece immediata, come sempre in casi del genere).
A incidere un po' sugli umori degli investitori c'è anche la mancanza di notizie sul lancio di nuovi Etf, che tanto ottimismo avevano portato ai rialzisti.
Ma d'altra parte a sostenere il mercato c'è il crescente flusso di denaro sui fondi d'investimento nelle materie prime, per cui le quotazioni dei metalli, rame in testa, beneficiano di questa continua leva della domanda. 
Nel complesso perciò la situazione non è molto cambiata, è solo andata scemando l'attesa di un vicino aumento dei prezzi, mentre si continua a non aspettare grosse discese sotto 8.900 $ e persiste un consenso nel rimanere rialzisti sul lungo termine. Il grande interrogativo riguarda naturalmente l'individuazione del "lungo termine".

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