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Giappone, frenano le auto

4/26/2011

Crolla la produzione di automobili in Giappone sulla scia del terremoto che ha devastato il Paese nel marzo scorso


 

Crolla la produzione di automobili in Giappone sulla scia del terremoto che ha devastato il Paese nel marzo scorso. In particolare, Toyota ha tagliato la sua produzione del 62,7% a marzo ed è destinata a perdere la corona di primo produttore mondiale conquistata nel 2008 a vantaggio di General Motors. E anzi potrebbe scivolare fino al terzo posto, superata anche da Volkswagen. Secondo Toyota, i problemi produttivi, determinati dalla difficoltà di reperire le componenti elettroniche e in resina, dureranno almeno fino a dicembre. Giù anche la produzione di Honda (-62,9%) e Nissan (-52,4%).
 
Focus Toyota 
 
La compagnia di Nagoya «sarà in grado di normalizzare la produzione per tutti i modelli in ogni linea di produzione in novembre o dicembre», ha dovuto ammettere il numero uno, Akio Toyoda, che, in una conferenza stampa, ha apprezzato gli sforzi «di tutto il gruppo per una pronta ripresa dopo il blocco degli impianti» suoi e dei fornitori nelle aree colpite dal disastro. Prima del sisma/tsunami, Toyota prevedeva di costruire per quest'anno 7,7 milioni di veicoli nel mondo, ma le interruzioni produttive hanno già comportato un ritardo sulla tabella di marcia di circa 400mila unità.
Nel 2010 il gruppo Toyota, inclusi i marchi Daihatsu e Hino, ha venduto 8,41 milioni nuovi veicoli in tutto il mondo battendo di appena 30mila unità General Motors che, al contrario, ha ancora il vento in poppa soprattutto nelle attività in Cina. 
 
Standard & Poor's taglia l'outlook sui big auto nipponici 
 
Tra le conseguenze finanziarie c'è il taglio, da «stabile» a «negativo» dell'outlook di Toyota, Nissan e Honda operato dall'agenzia di rating Standard & Poor's. Lo riporta il Wall Street Journal, sottolineando che la produzione delle tre case automobilistiche si è dimezzata in marzo. La decisione di Standard & Poor's aumenta le possibilità di un downgrade di Toyota, Nissan e Honda. Il calo della produzione «potrebbe ridurre la quota di mercato delle tre case automobilistiche - osserva Standard & Poor's - e ridurre la loro competitività nel lungo periodo».

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