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Marchionne accelera su Chrysler

4/21/2011

In poco più di 2 anni e con un investimento modesto, l'Ad del Lingotto ha compiuto un miracolo: raggiungere il controllo della casa di Detroit dando vita a un gruppo globale integrato


 

In poco più di 2 anni e con un investimento modesto, Marchionne ha compiuto un miracolo: raggiungere il controllo di Chrysler dando vita a un gruppo globale integrato. A sorpresa, affrettando i tempi, questa mattina Torino ha annunciato di aver raggiunto un accordo per incrementare del 16% la partecipazione in Chrysler entro il secondo trimestre 2011. Il prezzo complessivo per l'esercizio della call option è di 1,268 miliardi di dollari (870 milioni di euro) e valorizza l'intero gruppo 7,9 miliardi di dollari, ovvero 5,6 miliardi di euro.
D'altra parte, come ha spiegato lo stesso Ad, Sergio Marchionne, "sarebbe stato improprio chiedere a Fiat di pagare un sovrapprezzo per qualcosa che deve contribuire a ristrutturare e riposizionare sul mercato". L'annuncio di oggi dell'accordo per acquisire un ulteriore 16% di Chrysler, rifinanziando il debito ai Governi Usa e canadese, è un passo decisivo verso l'integrazione tra Fiat e la casa di Detroit. 
L'obiettivo è sempre lo stesso: arrivare al 51% entro l'anno. "Abbiamo scelto di stringere i tempi il più possibile per accelerare la nascita di un gruppo unico, che possa trarre pieni benefici dallo sviluppo congiunto delle rispettive attività internazionali", ha spiegato il top manager.
Entro giugno, quindi, Fiat avrà il 46% e, per arrivare al 51%, mancherà solo l'ultima quota, gratuita, del 5%. L'acquisirà quando sarà raggiunto il terzo Performance Event che prevede la produzione negli Stati Uniti di una vettura basata su una piattaforma Fiat con prestazioni di almeno 40 miglia per gallone.
L'operazione annunciata oggi, insieme all'ottenimento di un'ulteriore quota del 5% prevista entro la fine dell'anno "ci porterà a realizzare il sogno da cui è nata quest'alleanza: dare vita a un costruttore di auto mondiale, con tecnologie all'avanguardia, efficiente e competitivo, determinato a posizionarsi tra i leader del settore". 
Un'impresa che sorprende ancor di più visto che Marchionne è riuscito a realizzare il suo sogno senza scalfire i target del gruppo di Torino. "No, manteniamo i target attuali», ha detto l'Ad nel corso della conferenza telefonica, convocata per spiegare l'accordo. Dunque restano intatti gli obiettivi 2011 confermati ieri, anche quelli sul debito: utile della gestione ordinaria nel range di 0,9-1,2 miliardi di euro, utile netto di circa 0,3 miliardi di euro e indebitamento netto industriale di 1,5-1,8 miliardi di euro.
Quanto allo sviluppo della partnership, Marchionne, il 51° uomo più influente al mondo secondo il Time, è ottimista: "siamo in anticipo sui tempi", ha detto, sottolineando che avrebbe poco senso non integrare le attività di Fiat con quelle di Chrysler, ma l'integrazione a livello operativo è più importante dell'integrazione legale. 
Il controllo del 51% della casa Usa, atteso quest'anno, permette quindi di consolidare i risultati di Detroit nei conti Fiat e di avere una base più forte per l'integrazione del management e del business delle due società. Il prossimo passo sarà la quotazione in Borsa (Ipo) di Chrysler che dovrà esser discussa nel board della società e che dipenderà dalla performance di Chrysler e dalle condizioni di mercato. 
Per Fiat è importante completare la scalata prima della quotazione, perché le azioni Chrysler potrebbero poi diventare più care. "Ma saremo in condizioni migliori per rispondere a questa domanda quando verranno pubblicati i conti del primo trimestre di Chrysler", il 2 maggio, ha aggiunto Marchionne, precisando che il sindacato Veba è ovviamente molto interessato a "un'appropriata monetarizzazione" della sua quota per pagare le domande dei pensionati di Chrysler.
L'Ipo, secondo gli analisti, potrebbe essere a novembre. Due società quotate in due mercati diversi sembrano tuttavia troppe anche per uno come Marchionne che pensa sempre in grande: "ho già detto che non vedo la necessità in futuro di avere due società quotate", ha ribadito il top manager.

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