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4/13/2011
Dopo un 2010 che ha fatto registrare in Italia un saldo di bilancio migliore delle attese sia del Fondo monetario sia dello stesso governo, il deficit/pil italiano si ridurrà meno di quanto previsto da Roma, risultando nel 2016 ancora al di sopra del livello pre-crisi.
Lo prevede il Fondo monetario internazionale nel Fiscal Monitor, rapporto sui conti pubblici per le economie industriali ed emergenti, che richiama i paesi avanzati, troppo poco impegnati, secondo il Fondo, in un risanamento di lungo periodo.
Dopo il 4,5% del 2010, i numeri del nuovo report semestrale, indicano per l'Italia un deficit a 4,3% del Pil nel 2011, in discesa graduale a 3,5% nel 2012, 3,3% in 2013 fino a scendere sotto il 3% solo nel 2016 (2,9%). Il percorso tracciato dal governo prevede, invece, un deficit in calo sotto il 3% nel 2012 (a 2,7%).
"Nel medio termine, gli sforzi di consolidamento verranno meno, lasciando i deficit al di sopra dei livelli pre-crisi", dice il Fondo nel rapporto curato dalla divisione guidata da Carlo Cottarelli.
"Nel resto della decade sarà necessario un ulteriore sostanziale aggiustamento per ritornare a quozienti di debito a livelli prudenti, specialmente nelle economie avanzate".
Per quanto riguarda in modo specifico l'Italia, il Fondo nota che nel 2010 il deficit è stato inferiore alle attese "soprattutto grazie a una ripresa delle entrate cicliche e da spese pubbliche inferiori alle attese".
Se nel 2011, il deficit scenderà grazie anche a un congelamento dei salari dei dipendenti pubblici, negli anni successivi il consolidamento si farà più lento nel 2013 e 2014, secondo l'Fmi.
Il 2016, orizzonte delle previsioni Fmi, vedrà disavanzi record per Giappone e Stati Uniti, che segneranno deficit superiori ai livelli del 2007 di almeno 3%.
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