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4/11/2011 | redazione
Ricomincia la corsa all'oro come ultimo rifugio di fronte alle turbolenze delle guerre e alla paura di svalutazione delle monete. La settimana scorsa il metallo giallo ha toccato infatti nuovi record, danzando attorno a quota 1.474 dollari per oncia. E il rialzo ha ancora gambe per continuare: fino a 1.800 dollari, secondo l'analisi "L'oro è sopravvalutato?" pubblicata nei giorni scorsi da Sam Stovall, capo delle strategie di investimento per la sezione equity research di Standard& Poor's.
L'oro non è sopravvalutato, sostiene Stovall, se lo analizza in rapporto alla Borsa di Wall Street: dividendo il livello dell'indice S&P500 per il prezzo di un'oncia d'oro, dal gennaio 1971 a fine marzo 2011 il risultato medio è 1,05 cioè in 40 anni le azioni sono state più care mediamente del 5% rispetto all'oro, ovviamente con oscillazioni importanti. Ma ancor più che all'inflazione per capire dove andrà l'oro bisogna guardare al dollaro secondo Stovall: dall'86 a oggi sono stati movimenti del biglietto verde ad anticipare meglio quelli dell'oro, ovvero quando il dollaro scende le quotazioni aurifere salgono.
E quindi nonostante i rialzi l'apparente affollamento del mercato e il rischio che a breve le quotazioni dell'oro subiscano aggiustamenti al ribasso, Stovall suggerisce che investire oggi in questo bene non sia avventato, anzi. Dall'ultima parte sostiene che neppure le azioni sono sopravvalutate: il rapporto prezzo/utili dell'S&P 500 è infatti solo 15,3 volte, un livello scontato del 15,4% rispetto alla media pari a 18.
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