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Telecom, il nodo del Cda

4/11/2011

Martedì assemblea Telecom, tra i nodi da risolvere gli equilibri tra i soci nel Consiglio


 

Aumenta l'incertezza sull'esito dell'assemblea Telecom che martedì dovrà provvedere al rinnovo del consiglio di amministrazione per il prossimo triennio e non è escluso che si possa arrivare a dover convocare i soci un'altra vota a breve giro.
Marco Fossati, che col 5% del capitale in mano alla finanziaria di famiglia Findim, è il primo singolo azionista al di fuori della compagine finora di riferimento riunita in Telco (22,5%), rischia infatti di restare senza rappresentanti nel board.
Ha proposto tre nomi – l'ex McKinsey Gian Emilio Osculati, l'ex ad Wind Paolo Dal Pino e Carlos de Lucena e Vasconcelos Cruz – che potrebbero essere spiazzati dall'alta affluenza di investitori istituzionali pronti a votare la lista di Assogestioni.
Fossati ha fatto sapere che deciderà solo martedì in assemblea come muoversi. Il che lascia presupporre che la sua sia una posizione negoziale.
Lo scenario possibile è che la lista di Assogestioni – volutamente di minoranza con soli tre nomi (Luigi Zingales, Ferdinando Beccalli Falco e Francesco Profumo) – possa ottenere fino al 18% dei voti dei fondi, che in tutto nell'adunanza dovrebbero rappresentare circa il 20% del capitale.
In questo caso Assogestioni si collocherebbe subito dopo Telco e, per il meccanismo previsto nello statuto Telecom sul voto di lista, si aggiudicherebbe tutti e tre i posti su 15 riservati alle minoranze. Fossati, che qualche settimana fa aveva tentato senza esito di riunire le forze con Assogestioni, potrebbe a quel punto far confluire i suoi voti sulla lista del mercato che avrebbe la chance di scavalcare Telco e dunque diventare di fatto maggioritaria.
Tra i legali è già accesa la discussione 
Cosa succederebbe allora? Tra i legali è già accesa la discussione.
La compagine Telefonica, Mediobanca, Generali, Intesa Sanpaolo riuscirebbe a piazzare in consiglio solo i primi tre nomi della sua lista e cioè il presidente di Telefonica Cesar Alierta, il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar e l'ad di Telecom uscente Franco Bernabè.
I tre amministratori Telco si affiancherebbero ai tre consiglieri designati dai fondi. Ma come occupare i restanti nove posti? C'è chi dice che dovrebbero valere le regole tradizionali, con l'elezione diretta degli altri amministratori, nominativo per nominativo, da parte dell'assemblea.
C'è chi immagina che potrebbe essere Assogestioni, che ha presentato la sua lista insieme anche a investitori istituzionali esteri, a fare i nomi dei consiglieri mancanti.
Ma c'è anche chi ipotizza che invece debba essere convocata una nuova assemblea per completare il board. Insomma, un bel rebus.
Teoricamente, non è da escludere, Fossati potrebbe anche decidere di far confluire invece i suoi voti sulla lista Telco. A quel punto non ci sarebbe più partita e la compagine di riferimento esprimerebbe la maggioranza prevista di 12 consiglieri.
Ma perchè Findim dovrebbe farlo? A logica solo se Telco acconsentisse di rinunciare a qualcuno dei suoi per far spazio a due o tre amministratori espressi da Findim, da cooptare successivamente in consiglio.

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