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Il crollo dell'oro affossa la Banca Nazionale Svizzera

1/7/2014 | Massimo Morici

Il prezzo del metallo giallo è passato dai 1.900 dollari l'oncia del 2011 agli attuali 1.200 dollari. La perdita per la banca centrale elvetica nel 2013 ammonta a 9 miliardi di franchi


Il crollo dei prezzi dell'oro, passato da 1.900 dollari l'oncia del 2011 agli attuali 1.200 euro, ha provocato lo scorso anno una perdita di circa 9 miliardi di franchi alla Banca nazionale svizzera (Bns). Lo ha reso noto la banca, precisando che il valore della sua quota nel metallo giallo ha perso intorno ai 15 miliardi di franchi a seguito di un calo del prezzo dell'oro di quasi il 30%, il più elevato dal 1981.

Di conseguenza, la banca centrale elvetica ha cancellato il dividendo agli azionisti per la prima volta dalla sua fondazione (avvenuta nel 1907) e i contributi ai 26 Cantoni del Paese: non succedeva dal 1991. Sulla base di dati provvisori l'istituto di credito ha anche indicato che, accanto alla maxi perdita, ha registrato un utile di circa 3 miliardi di franchi sulle posizioni in valuta estera e di altri 3 miliardi dalla vendita di un fondo con asset della banca elvetica Ubs.

Bns, la cui maggioranza è in mano ai Cantoni, comunicherà in dettaglio i dati 2013 il 7 marzo. Nel 2012 aveva registrato un utile netto per 6 miliardi di franchi, di cui 1,5 miliardi versati sotto forma di dividendi e un miliardo alla Confederazione Svizzera e ai Cantoni.

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