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4/4/2011 | redazione
Un portafoglio a tasso variabile per accompagnare la nuova tendenza del costo del denaro. Tra un paio di giorni, infatti, la Banca centrale europea dovrà decidere. E il mercato dà per scontato che darà l'ok per un rialzo dello 0,25%.
Era il 3 luglio del 2008 quando la Bce, pur alla vigilia dello scoppio della crisi finanziaria, decise un aumento del tasso di riferimento dal 4 al 4,25%. Una mossa a sorpresa, motivata, come la manovra che dovrebbe avere luogo questo giovedì, dai timori che il tasso di inflazione potesse aumentare ben al di sopra del 2%. Tre mesi dopo, iniziò la drastica cura dimagrante dei tassi, perché la crisi finanziaria stava già mettendo a dura prova l'economia mondiale. In rapida successione, lo stesso tasso di riferimento scese dal 4,25% all'attuale 1%, livello raggiunto un anno dopo, il 5 luglio 2009.
Una discesa precipitosa, motivata dalla preoccupazione che e la produzione industriale venisse trascinata al ribasso da una sostanziosa diminuzione dei consumi. La banca di Francoforte si preoccupa solo del primo aspetto, quello che riguarda la dinamica del costo della vita. Ma, indubbiamente, la riduzione del livello dei tassi ufficiali dovrebbe essere di aiuto alle imprese, che possono indebitarsi a costi decrescenti e sviluppare, se li ritengono profittevoli, nuovi investimenti.
La scelta di giovedì prossimo, se riporterà il valore del tasso ufficiale all'1,25% risponderà questa volta alle attese sul futuro dell'economia mondiale che sono intonate positivamente. Gli analisti prevedono che la crescita mondiale di quest'anno dovrebbe attestarsi al 4% circa. Come deve cambiare l'atteggiamento dei risparmiatori e la loro strategia nei confronti della liquidità? Sarà opportuno modificare la composizione dei portafogli?
In teoria, a fronte di attese di rendimenti crescenti, la strada maestra sarebbe l'aumento della quota del patrimonio dedicata alle emissioni a cedola variabile. I risparmiatori, comunque, devono attrezzarsi già adesso per un cambio. I portafogli dovranno essere orientati per il rialzo dei rendimenti. La loro composizione dovrà comprendere quote crescenti di emissioni a cedola variabile, pure se, per qualche mese ancora, i rendimenti che offriranno si manterranno su valori medio bassi perché il flusso cedolare, che fa riferimento o ai tassi Euribor o ai rendimenti dei Bot semestrali, salirà gradualmente.
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