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Bpm cade sulle voci di un aumento, rebus Ponzellini

3/25/2011 | redazione

Il mercato non crede alle smentite della banca. Sullo sfondo un ingresso di Arpe nel capitale


Bpm, la smentita non smentisce. Le voci di una prossima ricapitalizzazione hanno piombato il titolo a 2,86 euro (-3,57%) con volumi potenti, senza curarsi della nota che la banca ha diffuso in apertura: "Bpm non ha assunto alcuna determinazione in merito a un aumento, né ha dato alcun tipo di mandato a riguardo". Gli operatori esperti capiscono troppo bene che il tono di tali frasi - richieste dalla Consob - è dei più soffusi. Oppure, sanno che lunedì scorso il presidente Massimo Ponzellini ha incontrato i sindacati interni e ha iniziato a sondarli sull'ipotesi di un aumento da 600 milioni di euro che rinforzi la banca nella nuova stagione.

 

La proposta avrebbe incontrato l'avversione di tutte le sigle che governano il cda della banca, eccetto i rappresentanti di Cisl. Lunedì 28 il presidente tornerà a incontrare i consiglieri - sindacalisti, l'indomani il cda esaminerà il bilancio 2010, che dovrebbe chiudere con risultati che a Piazza Meda giudicano "più  che dignitosi dato il contesto". Anche il patrimonio core tier 1 di fine 2010 risulterà in crescita, al 7,1%. 

Ma tuttò ciò non basta a mettere in sicurezza la banca, che oltre ai problemi frutto dei nuovi criteri contabili di Basilea 3 e dal bisogno comune di tenere più riserve a fronte dell'attività creditizia, entro il 2013 dovrà restituire aiuti governativi per 500 milioni. 

Al di là di destini personali e ritrosie interne difficilmente Bpm riuscirà a scansare la ricapitalizzazione 2011. Ponzellini lo sa, anche per questo giorni fa ha incontrato Matteo Arpe, proponendogli di sottoscrivere circa un terzo (200 milioni) del futuro aumento a cui si accompagnerebbe un contributo manageriale. L'ex a.d. di Capitalia ci starebbe pensando su, forte dei 450 milioni che la sua Sator può investire, e del risanamento ormai compiuto di Banca Proflo, che ieri è uscita con un utile 2010 a 5,6 milioni (+79%), ricavi in forte crescita e un dividendo di mezzo centesimo. 

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