Tempo di lettura: 2min

Il Portogallo cambia l'agenda di Bruxelles

3/25/2011

La crisi portoghese ha rivoluzionato le scadenze di Bruxelles, a un passo dall'approvazione dei nuovi fondi di supporto per l'Eurozona


 

Un colpo di sfortuna: proprio non ci voleva l'improvvisa crisi di governo in Portogallo nel giorno in cui l'Europa, soprattutto l'Eurogruppo, si apprestavano a compiacersi, e a ragione, della grande riforma varata a tambur battente, in meno di un anno, per restituire stabilità e credibilità all'euro: nuova governance economica, nuovo patto di competitività, rafforzamento del patto di stabilità, creazione di un fondo di stabilizzazione permanente (Esm) da 500 miliardi.
Invece della festa, il principio di una nuova possibile emergenza.
Dopo Grecia e Irlanda, anche il Portogallo sarà costretto a battere cassa ai partner?
«La mia preoccupazione è sempre una sola: difendere il Portogallo, la moneta unica e il progetto europeo», ha dichiarato José Socrates, il premier dimissionario dopo la bocciatura parlamentare del suo pacchetto di austerità, arrivando al vertice dei capi di Stato e di governo dei 27 che stava per aprirsi a Bruxelles. Prima dell'inizio dei lavori, il tete à tete con la tedesca Angela Merkel.
Che è tornata a lodare pubblicamente, dopo averlo già fatto al summit dell'11 scorso, «il suo programma molto esigente e ambizioso di riforme» ricordando che «chiunque ha o avrà responsabilità di governo a Lisbona ne dovrebbe condividere gli obiettivi per recuperare la fiducia dei mercati».
Messaggio chiarissimo: dal rigore non si scappa, sia che il paese si risolva a tirar dritto senza chiedere l'euro-prestito sia che il salvataggio si riveli inevitabile. Saranno in gran parte i mercati a deciderlo. Per ora tanto Socrates, quanto il leader dell'opposizione Pedro Passos Coelho, ieri a Bruxelles per il vertice dei leader popolari europei, negano qualsiasi intenzione di chiedere aiuti.
E certo l'Eurogruppo preferirebbe che così fosse. Per una ragione evidente ha lasciato intendere il lussemburghese Jean-Claude Juncker: «Spero che se il Portogallo si deciderà a questo passo, la Spagna non diventi subito dopo il bersaglio dei mercati in uno stupido gioco del domino che metta alle strette un paese dopo l'altro».
Domino, l'incubo inconfessabile di tutti.

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?