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Confindustria, ripresa al rallentatore

3/24/2011

Secondo il centro studi di Confindustria la dinamica di ricrescita del Pil è "più lenta del previsto"


LENTA RIPRESAIl Pil va al rallentatore e la disoccupazione è destinata a crescere. E' questa l'analisi sulla congiuntura del centro studi di Confindustria, che evidenza come in italia la dinamica del prodotto interno lordo a inizio 2011 si stia rivelando "più lenta dell'atteso, dopo il +0,1% di fine 2010. Il traino principale viene sempre dalla domanda estera. Ancora fiacchi spesa delle famiglie e investimenti", dice lo studio.


Rispetto a dicembre, lo scenario 2011 appare migliorato per domanda estera e trascinamento (+0,4 punti per il Pil, da 0,3), ma peggiorato per prezzi delle materie prime, cambio dell'euro e tassi. Si avverte anche l'impatto della catastrofe giapponese, che genererà un rimbalzo anche nel 2012. Viene inoltre sottolineata la debole congiuntura della produzione industriale (-1,5% a gennaio), mentre per febbraio si stima un rimbalzo dell'1,7%, ma servirà a poco in quanto, nota Confindustria, "riduce a solo lo 0,3% l'aumento acquisito nel primo trimestre".

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, a gennaio il tasso di disoccupazione "è rimasto fermo all'8,6% per il terzo mese consecutivo". Ma, evidenzia l'analisi, "è destinato a salire, ipotizzando che la partecipazione al mercato del lavoro aumenti in corso d'anno, mentre la variazione dell'occupazione (-0,4% a gennaio su dicembre) non tornerà positiva prima del 2012". Il mercato del lavoro beneficia della diminuzione della cassa integrazione, però la creazione di occupazione risente di produttività e orari molto lontani dai livelli pre-recessione. Qualche progresso nei conti pubblici, ma resta impegnativa la cura nei prossimi anni.

Secondo l'analisi del Csc, lo scenario economico globale è plasmato da forze nuove e contrastanti. Le influenze positive vengono dal commercio mondiale, che ha registrato un maggiore slancio ereditato dal 2010 e  in avvio del 2011. Si attende un miglioramenti dell'8,0% per quest'anno e il prossimo (nel biennio 1,5 punti in più di quanto indicato dal CSC a dicembre), già inglobando una stima dell'impatto degli eventi in Giappone.

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