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3/21/2011
MENO LIBIA - Ignara di quello che stava per succedere, guidata dall'espansione dell'Eni e dalla scoperta e lo sviluppo di nuovi giacimenti, l'Italia aveva gia' cominciato a dipendere meno dal petrolio libico.
Come dimostrano i dati statistici elaborati dall'Unione Petrolifera, emerge che nel 2010 rispetto all'anno precedente le esportazioni di greggio da Tripoli sono diminuite dell'11% a vantaggio di altri Paesi. Certo, la cifra resta impressionante, oltre 18 milioni di tonnellate, ma per la prima volta dal 2006 l'import petrolifero libico e' sceso sotto quota 20 mln.
A compensare la frenata e' intervenuta la crescita di altri produttori: c'e' il Medio Oriente, con circa 25,9 mln di tonnellate annue, il 28% in piu' a confronto col 2009.
Ma compaiono anche parecchi outsider come l'Angola, passata nel giro di un anno da 73 mila a ben 595 mila tonnellate, un incremento addirittura del 715%; in salita anche l'Inghilterra (+ 292%), la Guinea Equatoriale (+ 93%), e soprattutto la nuova frontiera del cane a sei zampe, il Kazakhstan, in crescita del 97% con i suoi quasi 3e milioni di tonnellate di greggio.
In totale, l'area dell'ex Urss, nonostante le flessioni registrate dalla Russia, ha dominato il 2010 con 25,9 mln di tonnellate di petrolio.
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