La SGR cinese controllata da UBI Banca, tramite una joint venture con soci cinesi, ha superato il primo miliardo di euro di patrimonio in gestione. Lo ha annuciato Victor Messiah, ceo di UBI Banca, in un'intervista a Class - CNBC, spiegando che il gruppo bancario è presente in Cina dal 2004 come richiesta di autorizzazione e dal 2006 come società operativa.

"Ci siamo andati con un'idea originale per l'Italia: una società di gestione di risparmio in joint venture con soci cinesi", ha spiegato Messiah. Quella a Pechino funziona "come una società di gestione di fondi di investimento. I cinesi hanno una tendenza al rischio maggiore rispetto agli italiani e c'è quindi una maggiore incidenza dei fondi azionari. Noi fabbrichiamo questi fondi e poi abbiamo accordi di distribuzione con le banche cinesi, incluse le Poste dal momento che abbiamo cercato di portare in Cina alcuni esempi italiani. Siamo sopravvissuti a una prima ondata di scrematura anche a livello di performance, abbiamo un buon team, con 93 addetti, tutti cinesi con un livello di scolarità elevatissimo. Questo non cambia ancora il bilancio della banca, ma rappresenta una splendida opzione in un Paese in grande crescita".

Parlando del gruppo bancario, Messiah ha detto che UBI è entrata nel 2013 "con circa 100 milioni di costi in meno, che sono il frutto della collaborazione con le parti sindacali e con uno stato patrimoniale che non presenta criticità, né in termini di patrimonio, né in termini di liquidità. Il passo successivo sarà lavorare sul conto economico: la crescita degli impieghi è una speranza, mentre la certezza è appresentata dai costi, sui cui abbiamo lavorato bene".