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1/24/2013
La Banca d'Italia gioca d'anticipo sulla vicenda delle presunte irregolarita' nei bilanci di Mps, che hanno portato alle dimissioni dell'ex presidente di Rocca Salimbeni, Giuseppe Mussari, dal vertice dell'Abi.
Con un comunicato diffuso nella serata di ieri, scrive MF, Via Nazionale ha allontanato subito possibili critiche all'attivita' di vigilanza condotta in questi anni sulla banca senese (l'ultima ispezione si e' conclusa nei primi mesi del 2012), sottolineando che la vera natura delle operazioni finanziarie, realizzate da Mps negli anni scorsi e che ora potrebbero impattare negativamente sui conti dell'istituto, "e' emersa solo di recente, a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all'Autorita' di vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza di Mps". La Banca d'Italia ha dunque di fatto avvalorato la ricostruzione secondo cui la reale struttura dell'operazione Alexandria, realizzata nel luglio del 2009 con la banca d'affari giapponese Nomura, sia stata scoperta dal presidente Alessandro Profumo e dall'ad Fabrizio Viola solo dopo l'apertura della cassaforte dell'ex dg della banca, Antonio Vigni, avvenuta nell'ottobre scorso.
Pertanto fino ad allora ne' il nuovo vertice della banca, insediatosi la scorsa primavera, ne' tantomeno la Banca d'Italia sarebbero stati al corrente, almeno fino al ritrovamento del contratto tra Mps e Nomura, del reale schema dell'operazione Alexandria. Questa, assieme alle altre due operazioni strutturate, denominate Nota Italia e Santorini, finite sotto la lente dei nuovi vertici della banca, potrebbe avere un impatto negativo sui conti 2012 di Mps fino a 700 milioni, anche se la decisione di portare da 3,4 a 3,9 miliardi l'ammontare di Monti bond dovrebbe consentire a Rocca Salimbeni di attutire eventuali impatti sui coefficienti patrimoniali.
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